Collengworld's Posts (190)

Sort by

La tecnica del sandcasting e Costantino Nivola

Oggi parliamo di un personaggio importante per l’arte e l’architettura del nostro paese, conosciuto e stimato a livello internazionale grazie al suo vissuto, e inoltre, ultimo ma non meno importante, un fiore all’occhiello per la Sardegna.

 

11005138294?profile=RESIZE_710x

 

Costantino Nivola (Orani, 1911 -  East Hampton 1988) fu un artista e scultore italiano nato ad Orani, nel cuore della Barbagia sarda, che sin dalla più tenera età entrò in contatto con le maestranze e gli artigiani del settore delle costruzioni, grazie al padre muratore. Degli anni ’20 del Novecento avvia il suo percorso di formazione, prima come pittore e incisore a Sassari, poi, oltremare, come grafico pubblicitario all’Istituto Superiore di Industrie Artistiche di Monza. È essenziale per il suo percorso futuro il matrimonio con Ruth Guggenheim, una compagna di corso di studi tedesca di origine ebraica; a causa della religione della moglie fu costretto ad emigrare dall’Italia, prima a Parigi e poi a New York, in seguito alle persecuzioni antisemite e naziste che scossero l’Europa a partire dalla fine degli anni Trenta. Negli Stati Uniti, dopo un inserimento un po’ turbolento, entrò in contatto con molti rappresentanti delle avanguardie artistiche del momento, in particolare con il grande architetto Le Corbusier.

Proprio in merito alla collaborazione con l’architetto svizzero-francese, è bene parlare della tecnica del sand casting che lo scultore sperimentò a partire dalla fine degli anni ‘40 insieme all’architetto nella sua casa ad East Hampton (Long Island). Si tratta della tecnica della colata di cemento sulla sabbia modellata.

Il sand casting, o in italiano “colata di sabbia”, è una tecnica largamente utilizzata nel settore metallurgico. È un processo di fusione in metallo caratterizzato dall'uso della sabbia come materiale dello stampo, utilizzato nelle fonderie per la produzione di pezzi unici; ad oggi oltre il 60% di tutte le fusioni in metallo sono prodotte mediante processo di sand casting. Il loro utilizzo p largamente diffuso anche a causa della loro economicità e caratteristiche refrattarie. La miscela (a volte mischiata anche con argilla) viene inumidita per sviluppare la resistenza e la plasticità e per rendere l'aggregato adatto allo stampaggio. La sabbia è tipicamente contenuta in un sistema di telai o scatole di stampo noto come un pallone. Le cavità dello stampo e il sistema di cancello sono creati compattando la sabbia intorno a dei modelli, intagliando direttamente nella sabbia, o attraverso l’uso della stampa 3D.

 

11005140471?profile=RESIZE_710x

 

 

Il processo si articola in sei passaggi:

  • si inserisce il modello pieno dell’oggetto da creare nella sabbia per creare uno stampo;
  • si ricopre il modello con differenti strati di sabbia finché non è totalmente incorporato;
  • si rimuove il modello;
  • si riempie la cavità dello stampo con metallo fuso;
  • si lascia raffreddare il metallo;
  • si rompe lo stampo di sabbia e si rimuovere il getto.

Le prime prove portate avanti da Nivola riguardanti tale tecnica sono state realizzate con colate in gesso sull'opera in negativo impressa sulla sabbia umida. Successivamente, in un processo di affinamento della tecnica, Nivola usò della sabbia lavata e privata della frazione salina e, per rendere definitivo lo stampo prima della colata del calcestruzzo dalla betoniera, versava un primo sottile strato di cemento bianco molto liquido su tutta la superficie e colmava manualmente con malta di cemento le zone più ampie. Una variante di tale tecnica ha previsto anche l'uso di pellicole di plastica per evitare che i granelli di sabbia venissero inglobati nella superficie istoriata. Come per tutte le opere plastiche in calcestruzzo, una particolare cura è stata posta nella scelta del cemento e delle miscele, nello spessore dei pannelli e nella loro eventuale armatura per aumentarne la resistenza, nei tempi di presa.

La prima importante opera dell’artista nell’ambito architettonico fu il pannello in gesso nello showroom della Olivetti per la loro sede di New York sulla Fifth Avanue, realizzato nel 1954 dallo studio BBPR, caposaldo dell’arte e dell’architettura italiane del dopoguerra. L’opera è lunga 23 metri e alta 5, ed era l’elemento centrale di un’installazione che simboleggiava il cielo, il mare e le spiagge mediterranee. Dopo la chiusura del negozio Olivetti nel 1969, fu ricollocato nel 1973 nello Science Center dell’Università di Harvard. Nel 1957 invece realizzò la decorazione monumentale (3.850 m²) per la facciata della sede della "Mutual Hartford Insurance Company" ad Hartford.

 

Fonti

Museo Nivola - Costantino Nivola https://museonivola.it/costantino-nivola/

Sardegna Cultura – Costantino Nivola https://www.sardegnacultura.it/j/v/258?s=29670&v=2&c=2678&t=7

Glamora - Il sand-casting di Costantino Nivola https://www.glamora.it/it/diary/inspirations/costantino-nivola

Art a part of culture - Nivola e New York. Dallo Showroom Olivetti alla Città incredibile https://www.artapartofculture.net/2022/04/15/nivola-e-new-york-dallo-showroom-olivetti-alla-citta-incredibile/

SHArPEdgeGlobal (Youtube) - [ Sand Casting ] - Learn More about Sand Casting Process https://www.youtube.com/watch?v=pwaXCko_Tkw&ab_channel=SHArPEdgeGlobal

Wikipedia EN – Sand casting https://en.wikipedia.org/wiki/Sand_casting

Collins Dictionary – Sand casting https://www.collinsdictionary.com/it/dizionario/inglese/sand-casting

Read more…

Oggi trattiamo di un argomento richiesto dalla community tramite i nostri canali social: il Gasdotto Trans Atlantico.

In passato abbiamo parlato di infrastrutture e degli effetti che questi possono avere sull’ambiente. Alcuni dei nostri utenti si sono uniti ad associazioni che promuovono la sostenibilità e la progettazione consapevole. A prescindere dall’opinione che si può avere su questo tipo di interventi, noi di CollEngWorld siamo qui come divulgatori per parlarne.

Il Gasdotto Trans-Adriatico, o in inglese Trans-Adriatic Pipeline, arriva a Lecce (Puglia) dopo aver attraversato la Grecia e Albania, allacciandosi alla porzione situato sulla frontiera turca. Il TAP, insieme a TANAP (Trans Anatolian Pipeline, Est a Ovest la Turchia) e a SCP (South Caucasus Pipeline), è una delle infrastrutture di trasporto che costituiscono il cosiddetto Corridoio Sud del Gas, consentendo l'accesso al mercato europeo delle riserve di gas proveniente dal giacimento di Shah Deniz, situato nel Mar Caspio.

Il progetto è nato nel 2003 dall’Axpo, società svizzera attiva soprattutto nel commercio di elettricità, gas e prodotti finanziari energetici. In fase di progetto preliminare, furono esaminate due opzioni: un percorso settentrionale attraverso la Bulgaria, la Repubblica di Macedonia e l'Albania; un percorso meridionale attraverso la Grecia e l'Albania che è stato poi portato vanti. Tra il 2008 e il 2013, a seguito delle fasi di progettazione, sono stati messi in atto accordi tra nazioni e imprese per poter eseguire i lavori.

Il gasdotto è lungo 870 km circa di cui la gran parte in territorio ellenico, 104 km al largo della costa nel Mar Adriatico e circa 8 km in territorio italiano; la sua altezza massima è di circa 1800 m s.l.m. sui monti albanesi e la profondità massima è di circa 820 m nel mar Adriatico. Sono presenti tre stazioni di compressione lungo il percorso. Per quanto riguarda la portata e l’intensità, il diametro del tubo è di 1,22 metri sul tratto a terra, con una pressione di 95 bar, mentre si riduce a 1,07 metri per il tratto marino, con una pressione di 145 bar. La TAP trasporterà circa 10 miliardi di metri cubi l'anno di gas naturale, una quantità pari a quella utile per coprire il fabbisogno di 7 milioni di famiglie, il quale potrebbe raddoppiare aggiungendo un’ulteriore stazione di compressione. La Commissione Europea ha individuato l’Italia come un nodo importante per l’approvvigionamento di gas nel Mediterraneo e un’eventuale variazione delle fonti. Infatti, nel 2015 la Russia ha fornito all'Italia il circa il 45% di gas contro quasi il 38% della media UE, rimanendo dunque un forte importatore di combustibili fossili. L'Unione Europea riconosce a TAP un ruolo importante nella politica energetica comunitaria ai fini del raggiungimento dell'obiettivo di garantire la diversificazione dell'approvvigionamento energetico in Europa. L'infrastruttura permette al gas proveniente dal Mar Caspio di raggiungere i mercati energetici europei, creando il "corridoio meridionale del gas", punto cardine della strategia energetica europea.

Dal punto di vista ambientale, nel 2013 è stata consegnata la documentazione di Valutazione di Impatto Ambientale al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare italiano, raggiungendo un anno dopo il decreto di compatibilità ambientale, superando il parere negativo espresso dalla Regione Puglia e del Ministero dei Beni Culturali. Il parere positivo del Ministero dell'Ambiente, a valle di un'approfondita analisi delle alternative, ha confermato che il sito migliore per l'approdo del gasdotto sulle coste salentine è San Foca, per il minor impatto ambientale e paesaggistico, in quanto l’utilizzo della tecnologia del microtunnel permette di ridurre al minimo le interferenze con la fascia litoranea (potenziali impatti sul turismo, sul paesaggio e sull'ambiente).

La modifica dei territori del nostro paese (e non solo) e della comunità europea per la costruzione di enormi infrastrutture è sicuramente un tema delicato. L’essere umano ha bisogno di risorse e purtroppo queste non sono infinite, dunque bisogna guardare oltre i confini per risolvere il loro approvvigionamento. Il pianeta si modifica e accoglie queste esigenze, di plasma e si consuma. Questi interventi possono essere mitigati? Nel momento in cui si esauriranno le risorse di questo determinato sito, costruiremo una nuova infrastruttura? Quando ci concederemo totalmente alle rinnovabili e ragioneremo sugli effetti a lungo termine di alcuni progetti?

 

 

 

10997330690?profile=RESIZE_710x

 

 

Fonti

TAP AG. Trans Adriatic Pipeline - Infrastruttura e funzionamento https://www.tap-ag.it/infrastruttura-e-funzionamento

Sole 24 Ore - Cos’è davvero il Tap: viaggio nella Puglia divisa sul metanodotto Italia-Azerbajan https://www.ilsole24ore.com/art/cos-e-davvero-tap-viaggio-puglia-divisa-metanodotto-italia-azerbajan-AEVx1lUG

Agenzia Nova - Il sottosegretario Barbaro: “L’Italia può diventare lo snodo europeo del gas” https://www.agenzianova.com/news/il-sottosegretario-barbaro-litalia-puo-diventare-lo-snodo-europeo-del-gas/

Inserto Sole 24 Ore Economia - «Tap, 3 miliardi di metri cubi di gas in più all’Italia nel 2022» https://www.ilsole24ore.com/art/tap-3-miliardi-metri-cubi-gas-piu-all-italia-2022-AEr5GhNC?refresh_ce

Geopop - Il gasdotto TAP: come è stato costruito e l’importanza strategica per Italia e Europa https://www.geopop.it/il-gasdotto-tap-come-e-stato-costruito-e-limportanza-strategica-per-italia-e-europa/  

Geopop (Youtube) - Gasdotto TAP: cos'è, come è stato costruito, dove passa e perché è importante per l'Italia https://www.youtube.com/watch?v=29GgBX9vc2Q&ab_channel=Geopop

Sky Tg24 - Con il gasdotto Tap arriva il 10 per cento del gas consumato in Italia: lo Skywall https://tg24.sky.it/economia/2021/10/22/carenza-gas-tap

Read more…

Dal disegno a mano a BIM

Per i professionisti delle costruzioni la rappresentazione grafica è un tema essenziale per la trasmissione delle conoscenze. Nel corso dei secoli le convenzioni rappresentative si sono modificate per sopperire a sempre più diverse esigenze, ma negli ultimi settant’anni i progressi tecnologici hanno portato a una velocizzazione dei processi e a un aumento del dettaglio e del controllo dell’opera.

Si parte sicuramente dalla conoscenza di base del disegno tecnico, trasversale a tutte le modalità e tipologie di rappresentazione. Il disegno tecnico è una forma di apprendimento visivo che fornisce dati di misura e di forma utili per analizzare manufatti di vario genere. Si tratta di una rappresentazione grafica di elementi geometrici presenti nello spazio, le cui regole base sono dettate dalla geometria descrittiva, secondo la quale ad ogni singolo segno è associato un significato spaziale. I disegni, nel loro insieme e grazie a differenti viste, servono a descrivere il manufatto per intero.

In principio ciò avveniva attraverso il disegno a mano, dunque eseguito da un tecnico tramite utensili e strumenti di supporto, dalle matite ai rapidografi per tracciare le linee, oltre che compasso, riga, squadra, normografo e curvilineo. Si possono osservare fotografie del Novecento in cui gruppi di progettisti sono sdraiati a terra per disegnare cartografie urbane di svariati metri quadri. Ovviamente, con tali presupposti, il tempo era una componente rilevante nella progettazione: le modifiche da una versione all’altra non erano immediate, dunque il processo progettuale era più approfondito e frenetico come al giorno d’oggi.

A partire dagli anni Cinquanta del ‘900 si è iniziato a ragionare su sistemi di disegno computerizzato, i quali, nel corso dei decenni, hanno affrontato numerosi cambiamenti e miglioramenti. I software grafici per il supporto dell'attività di progettazione e di disegno tecnico sono chiamati CAD, ovvero Computer-Aided Design/Drafting. Negli anni ’50 lo scienziato Patrick J. Hanratty sviluppò PRONTO (Program for Numerical Tooling Operations), il primo sistema di programmazione a controllo numerico commerciale. Nel 1963Ivan Sutherland presenta la tesi di dottorato presso il M.I.T. basata su un sistema sperimentale che consentiva al progettista di disegnare su un monitor a raggi catodici con una penna ottica. Negli anni Settanta di applicò il CAD dentro grandi aziende elettroniche, automobilistiche, aerospaziali e navali. È a partire dal 1980 che vennero sviluppati sistemi CAD per microcomputer con monitor a grafica raster e nel 1982 viene lanciato AutoCAD di Autodesk, ovvero il primo software CAD di progettazione 2D realizzato per PC anziché computer mainframe o minicomputer. È negli anni Novanta che la diffusione del CAD diventa di uso comune, grazie anche alla semplificazione nell'uso del computer dovuto alla diffusione delle interfacce utente grafiche e l'abbassamento dei costi dell'hardware. Da lì il resto è storia: abbiamo visto negli ultimi decenni come il disegno CAD si sia largamente diffuso e implemento, ad esempio con l’uso della modellazione in 3D.

 

L’ultima frontiera del disegno è sicuramente il BIM. Il Building Information Modeling (BIM) – di cui abbiamo parlato abbondantemente nei gruppi di discussione e nel Blog negli scorsi anni - è una delle principali metodologie di management che ha preso piede nell’ultimo decennio nel settore dell’architettura, dell’ingegneria e delle costruzioni. Il BIM è un sistema integrato di procedure e tecnologie che consente di costruire digitalmente accurati modelli virtuali di un edificio a supporto di tutte le fasi del processo di realizzazione di un’opera permettendo un’analisi e un controllo più efficienti rispetto ai processi tradizionali. La tecnologia BIM si basa sul concetto di interoperabilità e di risoluzione delle interferenze: la prima è la possibilità di scambiare i dati contenuti nel modello progettuale di partenza tra diverse piattaforme software e applicativi destinati alle diverse funzionalità coinvolte nelle attività; la seconda è una parte fondamentale del workflow BIM che permette di verificare, controllare e risolvere le problematiche tra gli elementi del modello multidisciplinare. Una volta completati, i modelli BIM contengono in modo preciso la geometria e i dati necessari alle fasi di progettazione, di scelta del contraente, di realizzazione e successivamente di gestione della vita utile dell’edificio.

Ad oggi il BIM diventato un processo standard per tutti gli edifici e si sta integrando nella legislazione per i contratti pubblici di tutta l’Europa. Infatti, la Direttiva 2014/24/EU sugli Appalti Pubblici esprime in modo chiaro l’indicazione di introdurre il Building Information Modeling all’interno delle procedure di Procurement degli Stati Membri. Per quanto riguarda l’Italia, a partire dal 2019 è obbligatorio per tutti gli appalti pubblici sopra determinate soglie e, attraverso una serie di scadenze progressive, verrà reso obbligatorio per tutte le costruzioni. Solo i lavori semplici potranno essere effettuati con i metodi tradizionali, come ad esempio, i palazzi residenziali senza particolari problematiche di sicurezza.

 

10961516666?profile=RESIZE_710x

Fonti

 

Larapedia – Disegno tecnico https://www.larapedia.com/ingegneria_disegno_tecnico/disegno_tecnico.html

 

Dormakaba - Disegno a mano addio: un breve sguardo alla storia del BIM https://blog.dormakaba.com/it/disegno-a-mano-addio-un-breve-sguardo-alla-storia-del-bim/

 

Archicad - Dal CAD al BIM in 9 passi https://blog.archicad.it/bim/dal-cad-al-bim-in-9-passi

 

Progetto 2000 – Dal CAD al BIM: l’origine del CAD https://www.progetto2000web.com/articoli/bim/dal-cad-al-bim-lorigine-del-cad/

 

EmiCAD - Flusso di lavoro di progettazione 3D BIM vs Disegno 2D https://www.emicad.it/blog/flussi-di-lavoro-3d-vantaggi-del-bim/

 

 

Read more…

Il 27 gennaio è la Giornata della Memoria, giornata dell’anno in cui in tutto il mondo si commemorano le vittime dell’olocausto. Si tratta di una data estremamente significativa in quanto il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche entrarono nel campo di concentramento Auschwitz per liberarlo.

Vogliamo celebrare questa giornata molto importante mostrandovi uno dei progetti architettonici, legati a questa tematica, più significativi in Italia: il Memoriale della Shoah a Bologna.

 

Il monumento è stato inaugurato il 27 gennaio 2016 nella nuova piazza realizzata tra via Carracci e il ponte Matteotti nei pressi della stazione ferroviaria dell’Alta Velocità ed è stato realizzato dal team SET Architects. Vi lasciamo alla descrizione del progetto scritta dalla Redazione di ArchiDiAP e alle immagini rappresentative:

“Costituito da due blocchi di parallelepipedi simmetrici verticali, ha prospetti esterni di 10 x 10 m ciascuno. I due elementi si fronteggiano lasciando spazio ad un passaggio interno, che diventa via via sempre più stretto: partendo, infatti, da una larghezza di 1,60 m arriva a restringersi a soli 80 cm. Questa drastica variazione di sezione ha lo scopo di incutere nel visitatore un senso di oppressione, e lo porta a ripercorrere e rievocare i luoghi di morte affinché non vengano dimenticate le atrocità del passato. Il monumento è anche un monito per evitare che questo male si ripeta in futuro. Nel progetto la luce ha un ruolo essenziale: di giorno filtra fiocamente all’interno del passaggio, mentre di notte le lampade, posizionate lungo il percorso interno, illuminano i volumi delle celle. La pavimentazione è realizzata con pietre frantumate ed elementi metallici; l’intenzione degli architetti è quella di rievocare l’immagine dei binari ferroviari, sui quali passavano i vagoni dei treni contenenti i deportati, la cosiddetta Judenrampe. La scelta del materiale è voluta: l’acciaio COR-TEN, ossidandosi naturalmente quando è esposto all’aria aperta, fa sì che i blocchi portino i segni del tempo che passa. La griglia interna è costituita da lamiere orizzontali e verticali, che si intersecano a 90°, creando una serie di scatole rettangolari vuote di 1,80 x 1,25 m, che richiamano ai dormitori dei lager. Sulla superficie liscia esterna sono proiettati i perimetri delle celle interne, attraverso lievi sporgenze in metallo”

 

10951352877?profile=RESIZE_710x

 

Fonte:

https://archidiap.com/opera/bologna-shoah-memorial/

immagini : https://archidiap.com/opera/bologna-shoah-memorial/

Read more…

Ad oggi, uno dei problemi che affligge maggiormente il settore delle costruzioni a livello mondiale, soprattutto nelle grandi metropoli, è quello della carenza di lotti liberi e dunque la necessità di espandersi in altezza.

Questo fenomeno porta ovviamente con sé le delle problematiche relative alla stabilità delle costruzioni e alle sollecitazioni derivate dai venti (e non solo).

A New York, ad esempio, negli ultimi anni sono sorti numerosi grattacieli sottilissimi (vedi ad esempio il 111 West 57th Street, o Steinway Tower, perciò i costruttori si trovano a dover risolvere le oscillazioni causate dal vento. In passato il problema veniva risolto installando dei contrappesi sulla sommità dei grattacieli, mentre in tempi più moderni si sono introdotti dei sistemi più sofisticati, chiamati sistemi di contrappeso “dinamici”, ovvero delle masse che si spostano a seconda della direzione del vento per riportare un grattacielo verso la sua posizione ottimale.

Ma quale può essere la soluzione definitiva per risolvere il problema?

Uno dei possibili sistemi che permettono un miglioramento esponenziale della resistenza alle sollecitazioni (azione del vento, terremoti, etc.) è il Mass Damper. Questo elemento permette di trasferire a terra tutte le vibrazioni in modo che queste non facciano ondeggiare la struttura, portandola nel peggiore degli scenari a fessurazioni e, infine, al crollo. Il Mass Damper, detto anche Tuned Mass Damper (letteralmente smorzatore a massa risonante) o assorbitore armonico, è un dispositivo montato su diverse strutture – sia meccaniche che edili - per attenuare o annullare le conseguenze delle vibrazioni, come disagi, danni e cedimenti strutturali. Tipicamente i dampers, montati su strutture soggette ad oscillazioni, sono costituiti da enormi blocchi di calcestruzzo sospesi per mezzo di molle, liquidi o pendoli.

Come verifica preliminare alla struttura, per comprendere se sia necessaria o no la presenza di questo sofisticato dispositivo, vengono fatte delle prove per testare la resistenza dell’edificio all’interno di specifiche camere che simulano sia i terremoti che i tifoni. Solitamente il damper è racchiuso all’interno di una struttura scatolare in acciaio collegata alla struttura principale dell’edificio (i pilastri interni). Ad oggi, il TMD più grande utilizzato nelle costruzioni è quello del Taipei 101 a Taiwan.

Ma da cosa è composto? Il TMD è costituito così come segue:

  • un pendolo in metallo dall’anima in travi circolari di acciaio e rivestimento in metallo;
  • tiranti in acciaio rinforzato;
  • otto pistoni idraulici che si attaccano alla base della scatola.

La presenza di un Mass Damper concede l’inerzia di una grande massa equilibrata, bilanciata da un blocco strutturale comparativamente leggero, come un blocco di cemento pesante piazzato in maniera tale che i movimenti del blocco in un senso, comparati al movimento della struttura nell’altro, possano ammortizzare l’oscillazione della struttura (il cosiddetto damping). Il contrappeso può essere montato usando le bobine voluminose della molla e gli ammortizzatori idraulici. Se l’asse della vibrazione è fondamentalmente orizzontale o di torsione, sono impiegati molle a lamelle e pendoli montati sui pesi.

I tuned mass dampers sono costruiti, o "sintonizzati", specificamente per ricambiare le frequenze nocive delle oscillazioni o vibrazioni. Il sistema può essere schematizzato con due masse, m1 schematizza la massa dell'oggetto su cui si vuole ottenere l'effetto ammortizzante. La massa m2 rappresenta lo smorzatore (mass damper) ed è collegata ad m1 con un sistema sospensivo. Le sollecitazioni provenienti dal basamento si trasmettono alla massa m1 inducendo una vibrazione. Il movimento indotto su m1 si trasmette anche al mass damper. È possibile dimostrare che esiste una frequenza della sollecitazione F0 per la quale le vibrazioni su m1 sono fortemente attenuate. Ciò accade perché la massa m2 trasmette a m1 una forza uguale ed opposta a quella trasmessa dalle vibrazioni provenienti dal basamento.

Voi cosa ne pensate? In Italia, questo sistema potrebbe essere coinvolto nella ricerca di sistemi di risoluzioni delle strutture antisismiche?

 

 

 

10948289080?profile=RESIZE_710x

 

 

Fonti

Il Post - I grattacieli che oscillano https://www.ilpost.it/2015/08/11/i-grattacieli-che-oscillano/

Isaac - Come funziona un active mass damper? https://isaacantisismica.com/come-funziona-un-amd/

Building Cue - Cosa sono e quale funzione hanno i tuned mass damper https://buildingcue.it/cosa-quale-funzione-tuned-mass-damper/9795/

Calcolo Strutturale - Il principio di funzionamento dei Mass Damper https://www.calcolostrutturale.com/mass-damper/

Vehicle Cue - Mass Damper: cos’è e come funziona? https://vehiclecue.it/mass-damper-f1/12547/

Read more…

L’estate 2022 è iniziata con un tema che ha spopolato sul web, sui social e nelle chat di gruppo di moltissimi amici amanti della tecnologia: la creazione di immagini da parte di intelligenze artificiali. Personaggi immersi in scenari apocalittici, celebrità del cinema con dei visi leggermente modificati, mondi fantastici, persino gatti su costruzioni metaboliste giapponesi ma in stile catalano gaudiano. Se non avete visto nessuna immagine di questo tipo o non avete mai sentito parlare di questo fenomeno, probabilmente avete vissuto gli ultimi mesi in una caverna!

Ma di cosa si tratta nello specifico?

10896726059?profile=RESIZE_710x

Prima di tutto è utile partire dal concetto di Intelligenza Artificiale (Artificial Intelligence): con questa definizione si intende tutta la disciplina che studia il modo in cui realizzare sistemi informatici intelligenti che simulino le capacità e il comportamento del pensiero umano. Come affermò Marco Somalvico, ingegnere del secolo scorso specializzato nel settore, “l'intelligenza artificiale è una disciplina appartenente all'informatica che studia i fondamenti teorici, le metodologie e le tecniche che consentono la progettazione di sistemi hardware e sistemi di programmi software capaci di fornire all'elaboratore elettronico prestazioni che, a un osservatore comune, sembrerebbero essere di pertinenza esclusiva dell’intelligenza umana”.

Ora cercheremo di spiegare in modo sintetico come funziona il processo di creazione di immagini. Si tratta di sistemi basati su reti generative avversarie o GAN (Generative Adversarial Networks), in cui due reti neurali, una detta Generatore e l’altra Discriminatore, lavorano per contrapposizione, al fine di creare realtà che scaturiscono dall’esclusione di immagini preesistenti e dalla produzione di immagini sintetiche originali che sembrano create da un umano. La maggior parte dei sistemi text to image utilizzano il metodo diffusion model, in cui la AI sono in grado di comprendere delle frasi complesse, non semplici parole chiave.

I sistemi di OpenAI - quindi fruibili da un utente non formato – possono essere divisi in due categorie: quelli meno sofisticati, ma facilmente accessibili (Dream, StarryAI, Craiyon) e quelli più sofisticati, ma ad accesso limitato (DALL-E 2, Imagen, Parti, Midjourney). Il gruppo di CollEngWorld ha provato ad utilizzarne due: MidJourney e Dall-E.

Il primo è ancora in fase di beta e si appoggia ai server di Discord, perché la generazione degli output avviene attraverso un bot. La creazione dell’immagine avviene attraverso l’inserimento del comando di base /imagine seguito dalla descrizione in inglese di quello che si vuole realizzare. Inoltre, si possono aggiungere anche dei parametri come dimensioni, stile, qualità, etc. In pochi secondi vengono create quattro immagini numerate, le quali possono essere a loro volta modificate (variation) o migliorate (upscale). Il secondo si basa sullo stesso principio. Il nome nasce da un gioco di parole tra Salvador Dalí e il personaggio della Pixar WALL-E. Come Midjourney, si tratta di una OpenAI che si basa sull’inserimento di parole, la quale è in grado di comprendere la relazione tra gli oggetti riproducendo perfettamente la scena in modo estremamente realistico.

Ma tutto questo come può essere utile nel campo della progettazione?

Come progettisti siamo chiamati quotidianamente a creare, trovare soluzioni e inseguire la scelta più originale, ma esiste sia un lato idilliaco del lavoro che uno spinoso. È giusto essere sinceri ed affermare che a volte si possa essere carenti di idee e si possono trovare difficoltà nella ricerca della soluzione più accattivante. È bene premettere che un progetto non può basarsi solo sul concetto di “bello, gradevole, attraente” ma su parametri quali contesto, necessità, conformazione e tante altre. Una volta stabiliti questi, perché non testare le diverse soluzioni stilistiche tramite una AI? E perché non utilizzare le immagini create come suggestioni da fornire al cliente in una fase preliminare?

Vi facciamo vedere come può funzionare Dall-E. Inseriamo la frase: an Impressionist paint of house in the forest, brutalism style, concrete, narrow windows, morning light, a lake, high quality. Dopo che l’AI ci fornisce quattro opzioni differenti decidiamo di approfondire la seconda immagine.

10896726264?profile=RESIZE_710x

Immagini per la prima query

10896739460?profile=RESIZE_710x

Immagini di approfondimento

Ed ecco alcune delle opzioni che l’AI ci fornisce. Si potrebbe continuare all’infinito creando variazioni e migliorando la qualità.

La domanda che però è sorta spontanea è solo una, una volta sperimentato il processo di creazione: a chi appartiene l’immagine prodotta e a chi è imputabile la proprietà intellettuale?

Gli OpenAI per creare delle immagini utilizzano, sommano e rielaborano porzioni di oggetti esistenti nel web, quindi creati da esseri umani nel mondo reale (fotografi, illustratori, pittori, etc.). Nonostante le infinite rielaborazioni, il dibattito è aperto: il diritto d’autore si annulla o si moltiplica esponenzialmente? Getty Image, ad esempio, l’agenzia fotografica di fama mondiale, ha una posizione estremamente chiara a riguardo la mancanza di legalità nel rispetto del copyright ed ha annunciato che vieterà il caricamento e la vendita di immagini generate da software OpenAI.

Vi lasciamo qui ulteriori fonti per approfondire il tema estremamente controverso.

Secondo voi, per considerarsi dei progettisti integri è sbagliato fare ausilio di questi strumenti? La progettazione è una sommatoria di proprie idee ma anche di riferimenti esterni? Utilizzare una sommatoria di immagini altrui per creare suggestioni utili al progetto, non è forse come utilizzare un dettaglio di un altro progetto non proprio?

Cosa ne pensate?

 

Fonti

La Repubblica. Come si fa a creare immagini con l’intelligenza artificiale (senza essere artisti) https://www.repubblica.it/tecnologia/2022/09/21/news/come_si_fa_a_creare_immagini_con_lintelligenza_artificiale_senza_essere_artisti-364446760/

Wired - Una nuova intelligenza artificiale che crea immagini horror ed erotiche https://www.wired.it/article/intelligenza-artificale-stable-diffusion-generatore-immagini-horror-erotiche/  

Tech4Future - Generative AI, dalla creazione di immagini alle applicazioni di robotica https://tech4future.info/generative-ai-creazione-immagini/

Mashable Italia - Scrivi cosa vuoi, l'intelligenza artificiale lo disegna https://it.mashable.com/7570/immagini-da-testo-intelligenza-artificiale-imagen-dalle-2

Vincos Blog - Creare immagini da un testo con l’Intelligenza Artificiale https://vincos.it/2022/07/09/creare-immagini-da-un-testo-con-lintelligenza-artificiale/

Everyeye – Questa immagine ha vinto un concorso d'arte, ma l'ha creata Midjourney https://tech.everyeye.it/notizie/immagine-vinto-concorso-arte-creata-modjourney-606467.html

Il Post- A chi appartengono le immagini generate dalle intelligenze artificiali? https://www.ilpost.it/2022/09/22/copyright-immagini-intelligenza-artificiale/

 

Immagini

An abstract painting of a skyscraper city at the sunset, on a lake, seagulls, high quality, utente nervina AI (Dall-E)

Read more…

Cercasi Disegnatori CAD

OFFERTA DI LAVORO

Cercasi Disegnatori CAD

 

Si ricercano dei disegnatori CAD che prestino servizio per varie società di ingegneria nel territorio italiano, le quali necessitano di un supporto nella redazione degli elaborati grafici per progetti si di tipo civile che di tipo edile.

Il candidato dovrà possede i seguenti requisiti e competenze

  • laurea e/o diploma nel campo delle costruzioni sia civili che edili (geometri, ingegneria, architettura, etc.);
  • conoscenza dei software di disegno CAD;
  • conoscenza pacchetto Office.

L'impegno previsto sarà commisurato al contratto per cui si presta servizio e in linea con le esigenze lavorative del candidato.

La retribuzione verrà discussa dal/la professionista candidato/a in sede di colloquio conoscitivo, in base alle proprie competenze e al lavoro da svolgere.

 

In caso di interesse e/o richiesta di informazioni aggiuntive (compenso, orario, etc.), potete inviare una email con il vostro Curriculum Vitae alla redazione di CollEngWorld info@collengworld.com. Ci occuperemo di mettere in contatto il/la candidato/a con la società di riferimento.

Il presente annuncio è rivolto ad entrambi i sessi, ai sensi delle leggi 903/77 e 125/91, e a persone di tutte le età e tutte le nazionalità, ai sensi dei decreti legislativi 215/03 e 216/03.

Read more…

Oggi continuiamo la rubrica riguardante i progetti portati avanti dai nostri utenti.

Il secondo progetto ha coinvolto ECL Consorzio Leonardo per l’ingegneria e l’architettura per il recupero del complesso edilizio di proprietà del convitto nazionale, della camera di commercio e della provincia dell'Aquila, comprendente gli edifici dell'ex liceo classico, la biblioteca e gli uffici della provincia situato nel Corso Vittorio Emanuele.

10861997683?profile=RESIZE_710x

L’involucro edilizio oggetto dell’intervento è stato inserito dalla Soprintendenza nel gruppo dei quarantacinque monumenti storici da restaurare all’interno del centro storico di L'Aquila, il cui complesso del Convitto Nazionale occupa un intero isolato. Il fabbricato in muratura presenta delle notevoli dimensioni, ben 12.655 m2 di superficie e 54.871 m3 di volume. Il progetto ha previsto opere di riparazione e miglioramento sismico nonché il restauro degli apparati decorativi e la rifunzionalizzazione del complesso edilizio di proprietà del Convitto Nazionale, della Camera di Commercio e della Provincia di L’Aquila, comprendente gli uffici, l’ex Liceo classico e la Biblioteca, tutti gravemente danneggiati dal sisma del sei aprile 2009. Il Provveditorato alle Opere Pubbliche di Abruzzo, Sardegna e Lazio ha conferito al team di progettisti costituito da Consorzio Leonardo e da GA Architetti Associati l’incarico per la progettazione definitiva dei lavori di recupero e restauro. Per quanto riguarda il Consorzio, l’espletamento e la gestione dell’incarico ha fatto capo a Ingegneri Riuniti Spa.

L’obiettivo del Progetto Architettonico Definitivo è stato quello di realizzare un importante e nuovo complesso di funzioni culturali e sociali capace di collegarsi alla città sotto il profilo architettonico ed urbanistico e di rendere palese la storia del palazzo, autentico palinsesto di trasformazioni ricche e complesse, oggi poco leggibili. Il progetto del primo stralcio riguarda spazi commerciali al piano terra, la Biblioteca Tommasiana, con un notevole ampliamento della collezione libraria (450.000 volumi), la Chiesa della Concezione e la locale sede della Camera di Commercio. Il progetto si completa con il restauro dei fronti e di alcune zone interne nelle quali sono presenti pitture di valore storico testimoniale, operando con criteri articolati di conservazione e restauro.

10861998861?profile=RESIZE_710x

Il progetto strutturale di riparazione e miglioramento, invece, si è sviluppato a partire dalla individuazione delle unità strutturali, con un percorso che è partito dalla lettura delle fasi di accrescimento dell’aggregato (analisi storico critica), ed è proseguito mediante mirati saggi in sito, finalizzati a definire una corretta lettura del complesso quadro di danno. Gli interventi in progetto hanno come scopo:

- riparare i danni subiti dall’edificio in un ambito di conservazione del bene, con tecniche e materiali rispettosi del contesto esistente;

 - migliorare il comportamento sismico dell’edificio, compatibilmente con la conservazione, qualora il danno ne abbia mostrato carenze ed eliminando localmente le relative criticità riscontrate.

Gli interventi in progetto - in linea ai criteri individuati nella Direttiva P.C.M. 09/02/2011 - hanno compreso innanzitutto opere di riparazione del danno, sia mediante tecniche ordinarie (risarcitura di lesioni con malta di calce, interventi di scuci-cuci, risanamento e consolidamento delle capriate in legno esistenti recuperabili) sia mediante interventi appositamente studiati (quale il recupero di fuori piombo di una angolata causato da un innesco di meccanismo di ribaltamento mediante un sistema di martinetti e barre dywidag oppure la ricollocazione dei rivestimenti lapidei dislocati di pilastri di grandi dimensioni). Sono stati individuati poi gli interventi di miglioramento sismico finalizzati innanzitutto all’eliminazione dei cinematismi di ribaltamento mediante l’introduzione di connessione ai piani, in copertura e alle angolate. Un aspetto caratterizzante è stata la collocazione di più linee di cordoli esterni al fine di ridurre le carenze dei collegamenti tra orizzontamenti e pareti assicurando un’efficace connessione dell’intero spessore murario. Tuttavia, la presenza dei decori su tutti i fronti ha imposto uno studio attento per minimizzare l’impatto degli stessi sulla facciata, senza alterazioni visive.

Altro tema di approfondimento è stato l’aumento della capacità resistente delle murature, da conseguire in maniera differenziata per ruolo e impegno dei vari allineamenti murari, considerato anche la varietà delle epoche costruttive degli stessi e quindi la loro consistenza e tipologia. Un ulteriore studio è stato predisposto al fine di conseguire l’idoneità statica a carichi significativi (es. zona biblioteca con scaffalatura a doppia altezza) le volte a crociera realizzate con elementi laterizi pieni disposti in foglio. È stato concepito un consolidamento estradossale mediante intonaco rinforzato con rete in fibra di vetro a più strati in combinazione a frenelli in mattoni pieni a formare il piano di supporto di una soletta in calcestruzzo alleggerito strutturale debitamente collegata perimetralmente. La base dei frenelli diagonali è ulteriormente rafforzata da strisce di rete in FRP.

10861998058?profile=RESIZE_710x

Dal punto di vista metodologico il progetto ricerca un criterio di recupero articolato e differenziato che concilia una visione unitaria ad un approccio specifico e scientifico, nel massimo rispetto della struttura storica nelle sue diverse fasi costruttive. Il progetto si fonda sui principi di: massima compatibilità con le strutture esistenti intesa, dal punto di vista architettonico, come ricerca di un linguaggio adeguato alla preesistenza storica ma anche espressione e testimonianza del nostro tempo; ricerca di una corretta distinguibilità dei nuovi interventi rispetto al testo storico; reversibilità delle soluzioni proposte. Il Progetto di Restauro si fonda invece sulla valorizzazione dei caratteri materico-costruttivi dell’edificio ed in particolare sulla riscoperta dell’originale raffinato progetto cromatico di integrazione tra parti in pietra da taglio e parti in intonaco rifinito. Ciò ha significato in concreto: predisporre un progetto diagnostico/conoscitivo articolato e approfondito, realizzare un intervento articolato sulle superfici intonacate, operare sulle superficie della pietra, operare una protezione complessiva della superficie. Il progetto si pone come obiettivo la conservazione fisica, il consolidamento e il restauro delle parti superstiti, la conservazione delle volte ed il restauro pittorico delle decorazioni a tempera e l’integrazione attraverso ricostruzione affine delle parti mancanti, attraverso una serie differenziata di interventi, individuati sulla base dell'analisi tipologica e dello stato di conservazione.

© Tutti i diritti riservati a ECL Consorzio Leonardo per l’ingegneria e l’architettura

 

Ricordiamo che per chiunque voglia partecipare alla rubrica CEW | Progetti, i professionisti che vorranno candidarsi dovranno fornire il materiale da loro selezionato per uno o più progetti da loro scelti, compreso di modulo autorizzativo per il trattamento. Durante la settimana dedicata alla rubrica verrà trattato il tema relativo al progetto presentato.

 
Read more…

Una delle tematiche cardine, che negli ultimi mesi ha animato questa pagina e i canali afferenti, è quella di come l’uomo possa riutilizzare, reinventare e riconvertire ciò che produce. Nel nostro caso, come progettisti e operanti nel settore edile, abbiamo vagliato molteplici metodologie su come sia possibile riutilizzare i materiali impiegati nei processi costruttivi, consumare meno energie e risorse primarie, ma più in generale come avere un impatto ambientale ridotto nell’esercizio del settore edile. Il tema dell’architettura reversibile ha portato il discorso a un livello di approfondimento più elevato: si è parlato di come un edificio possa essere smantellato per riutilizzare i materiali da costruzione ma anche ipotesi di riutilizzo.

Ma quando questo non succede? Cosa accade agli edifici che non trovano un nuovo scopo?

Persistono deteriorandosi lentamente, oltre che diventare scenari ideali per narrazioni dell’orrore horror, letterarie o cinematografiche. Non gli resta che questo.

Vi portiamo qualche famoso esempio.

10856978252?profile=RESIZE_710x

Città abbandonata di Pripyat, Ucraina

Situata nel nord dell’Ucraina vicino al confine con la Bielorussia, è una città fantasma evacuata dopo l’esplosione della vicina centrale nucleare di Chernobyl. La città fu fondata il 4 febbraio 1970 come città nucleare dell’Unione Sovietica, con lo scopo di ospitare sia i dipendenti della centrale nucleare che i costruttori della città, con le loro rispettive famiglie. Gli abitanti erano circa 49 mila con un’età media molto bassa, circa 26 anni, a causa della presenza di giovani lavoratori e loro figli. Dopo il disastro di Chernobyl (26 aprile 1986), a causa di mancata diffusione delle informazioni tra Russia e Ucraina, la città non fu evacuata immediatamente; dunque, molte morti delle prime ore post esplosione furono causate dalle forti radiazioni. Nel momento dell’evacuazione, i residenti si sono potuti portare solo pochi effetti personali, poiché si pensava un distacco breve. Questo ha fatto sì che in questa città abbandonata sia rimasta congelata degli anni ’80, uno frammento di un periodo storico e di una cultura che on torneranno più. Dal punto di vista architettonico, le forme e lo stile è riconducibile sicuramente al modernismo sovietico, che ha caratterizzato tutta la seconda metà del XX secolo dell’Est Europa sotto la dominazione russa. Grandi complessi residenziali in calcestruzzo dalle finestre cubiche e labirintici corridoi e scale, edifici pubblici imponenti con spazi a doppia altezza e fronti strada monumentali, un parco divertimenti che dona la connotazione inquietante che avvolge tutti questi spazi, il tutto condito da una vegetazione infestante che si sta appropriando nuovamente di questo luogo.

10856979256?profile=RESIZE_710x

Isola di Hashima, Giappone

Hashima fa parte delle 505 isole disabitate della prefettura di Nagasaki, a seguito delle esplosioni della bomba atomica della Seconda Guerra mondiale. È stata costruita a fine Ottocento come polo per l’estrazione del carbone (Mitsubishi) ed è stata tra i siti minerari più produttivi di tutto il Giappone fino al 1974, anno di chiusura dello stabilimento e dell’abbandono del complesso. Da allora è rimasta disabitata ma rappresenta uno dei più reperti di archeologia industriale più significativi al mondo. Nel 2009 parte dell'isola è stata resa accessibile per scopi turistici e nel 2015 è diventata uno dei siti storici industriali inseriti tra i patrimoni dell'umanità dall'UNESCO. A partire da una decina d’anni dopo la sua fondazione, si registrò un notevole incremento demografico e dunque l’esigenza di strutture residenziali e servizi alle famiglie degli operai impiegati nel sito; si progettò dunque un sistematico ampliamento della superficie dell'isola e la realizzazione di un primo agglomerato urbano, che si susseguirono fino al 1931. L’immagine dell’isola, all’alba della Seconda Guerra mondiale, si era totalmente modificata in una piccola città mineraria affacciata sul mare, uno spazio urbano che comprendeva condomini e attività commerciali, oltre che un ospedale e una scuola. Il complesso presenta le stesse caratteristiche stilistiche del precedente esempio, in quanto inserito in un periodo storico e in un’area geografica che hanno subito la medesima influenza, salvo per caratterizzazioni tradizionali del Giappone, come le terme comunitarie o spazi di religiosi. Brutalismo al di fuori e la tradizione lignea per gli interni. 

10856979684?profile=RESIZE_710x

Il monumento al partito comunista di Buzludzha, Bulgaria

Come ultimo esempio torniamo nuovamente nell’ex URSS ma per analizzare un edificio che incarna a pieno la potenza che il regime comunista voleva esprimere successivamente alla rivoluzione, soprattutto delle regioni satellite. La Casa monumentale del Partito Comunista Bulgaro fu costruita nel 1981 sulla cima del Buzludža, una delle cime più alte dei Balcani, per commemorare gli eventi del 1891, quando Dimităr Blagoev e compagni si riunirono segretamente per formare un movimento socialista, precursore del Partito Comunista Bulgaro. La vita di questo monumento fu particolarmente breve se si considera che la sua dismissione avvenne solo nove anni dopo, nel 1990, alla caduta del regime comunista bulgaro. La sua costruzione, iniziata nel 1974 ad opera dell'architetto Georgi Stoilov, porta alla realizzazione di un edificio a disco in calcestruzzo che esemplifica l'architettura brutalista del periodo. All’interno sono presenti 510 m2 di mosaici che coprono le pareti e la sommità della cupola, come commemorazione della storia del Partito comunista bulgaro; ad oggi si è persa una parte di questo patrimonio artistico a causa dell'abbandono e degli atti vandalici.

 

Questi sono solo alcuni esempi di strutture abbandonate allo scorrere del tempo. Lo studio e la conoscenza di ciò che come umani e governi abbiamo costruito incrementerà la consapevolezza dell’eredità che lasciamo su questo pianeta?

 

Fonti

Focus.it - Foto surreali di luoghi abbandonati e città fantasma https://www.focus.it/tecnologia/architettura/le-foto-surreali-di-17-luoghi-abbandonati

Habitante - Italia Abbandonata, un viaggio nella bellezza decadente e dimenticata https://www.habitante.it/habitare/architettura/italia-abbandonata-un-viaggio-nella-bellezza-decadente-e-dimenticata/

Green Tour - Chernobyl Today: All You Need To Know About The Disaster https://greentourua.com/chernobyl-today-all-you-need-to-know-about-the-disaster/

Vanilla Magazine - Pripyat: la Città Fantasma vicino Chernobyl ripresa con un Drone https://www.vanillamagazine.it/pripyat-la-citta-fantasma-vicino-chernobyl-ripresa-con-un-drone/

Rete News - Chernobyl e Pripyat, quando saranno abitabili e perché si può vivere a Hiroshima? https://www.rete-news.it/curiosita/chernobyl-e-pripyat-quando-saranno-abitabili-e-perche-si-puo-vivere-a-hiroshima.html#Chernobyl_quando_sara_abitabile

Geopop - L’isola “fantasma” di Hashima: dagli anni d’oro delle miniere di carbone all’abbandono  https://www.geopop.it/lisola-fantasma-di-hashima-dagli-anni-doro-delle-miniere-di-carbone-allabbandono/

Architizer - Ruin: Explore the Forgotten Architecture of Hashima, an Abandoned Japanese Island https://architizer.com/blog/inspiration/collections/visit-hashima-an-abandoned-japanese-island/

UBC Blogs. The University of British Columbia - Hashima Island: difficult heritage https://blogs.ubc.ca/buildingempire/2021/04/26/hashima-island-difficult-heritage/

East Journal - Il monumento di Buzludža, la storia dell’ufo bulgaro https://www.eastjournal.net/archives/112822

Architectuul - Buzludzha https://architectuul.com/architecture/buzludzha

Touring Bulgaria - Buzludža monument https://touringbulgaria.wordpress.com/2021/03/29/buzludza-monument/

 

Immagini

Chernobyl zone, ghost city Prypiat; autore: Tijuana2014 (da CanvaPro)

L'isola della corazzata a Nagasaki; autore: Leung Cho Pan (da CanvaPro)

Buzludzha communist monument: autore: roibu (da CanvaPro)

Read more…

(offerta temporaneamente chiusa)

 

Società di Ingegneria con sede a Milano, operante nell'ambito della progettazione infrastrutturale, ricerca un Tirocinate Ingegnere laureato magistrale con specializzazione in Ingegneria Civile dei Trasporti/Infrastrutture.

Gli ambiti di competenza del candidato e i temi operativi saranno valutati in sede di colloquio in base alle commesse in attivo nella società.

Saranno necessarie le seguenti competenze software:

  • conoscenza dei software di disegno CAD
  • conoscenza software specifici di settore
  • conoscenza pacchetto Office
  • preferibile conoscenza del software Civil3D

Sono richieste le seguenti soft skills:

  • flessibilità
  • adattabilità ai compiti assegnati
  • proattività e problem solving
  • team work, ovvero possesso di capacità relazionali con colleghi e clienti

L'impegno previsto sarà full time e in sede. Si prediligono candidati domiciliati nell'area di Milano.

Si offre inizialmente un tirocinio post-laurea, con possibilità di proroga, nell'ottica di un inserimento permanente. La retribuzione verrà discussa dal/la candidato/a in sede di colloquio conoscitivo. Ricordiamo che per accedere alla posizione di tirocinante bisogna non essere abilitati alla professione e/o iscritti ad alcun albo professionale.

In caso di interesse e/o richiesta di informazioni, potete inviare una email con il vostro Curriculum Vitae alla redazione di CollEngWorld info@collengworld.com. Ci occuperemo di mettere in contatto il/la candidato/a con la società di riferimento.

Il presente annuncio è rivolto ad entrambi i sessi, ai sensi delle leggi 903/77 e 125/91, e a persone di tutte le età e tutte le nazionalità, ai sensi dei decreti legislativi 215/03 e 216/03.

Read more…

Architettura in Sardegna

L’architettura italiana è sicuramente una delle più floride al mondo, partendo dal periodo romano fino ai giorni nostri. Tutte le nostre regioni hanno degli architetti di punta che hanno caratterizzato gli ultimi due secoli, anche se di solito spiccano i nomi più illustri provenienti principalmente dal nord della penisola. Per dare più visibilità al patrimonio architettonico storico del Sud Italia, vogliamo partire dalla nostra terra, la Sardegna, e portare alla vostra attenzione dei nomi e delle opere rilevanti.

10816985099?profile=RESIZE_710x

Uno dei più importanti nomi è sicuramente quello di Ubaldo Badas (Cagliari, 1904 – Cagliari, 1985). L’architetto non era in realtà in possesso di alcun titolo anche se questo non gli ha di certo impedito di ideare alcune tra le più interessanti opere architettoniche realizzate a Cagliari nel XX secolo. Il suo periodo di attività più proficuo è stato tra gli anni Trenta e Quaranta del ‘900, inserendolo dunque nel pieno del razionalismo italiano. Tra le sue opere più rilevanti alcuni degli edifici più importanti dell’isola:

  1. L'ingresso dei Giardini Pubblici e la Galleria comunale d'arte (Cagliari). La sua peculiarità ha attraversato il mare conquistando elogi nelle pagine di L'architettura italiana (rivista), sia per la scelta delle forme che dei materiali, i quali nell’insieme formano un organismo architettonico innovativo per l’epoca.
  2. Palazzo della Regione Autonoma della Sardegna in Viale Trento (Cagliari). Nato come sede temporanea, in attesa della sede di via Roma, tutt’ora assolve alcune funzioni istituzionali.
  3. La colonia marina (Ex ospedale marino) al Poetto (Cagliari). Nel progetto del di Badas del 1937 sarebbe stata una colonia per le vacanze, ma la sua incompiutezza ha portato alla riconversione in ospedale (Ospedale Marino) nel 1947. Attualmente è un rudere abbandonato che caratterizza lo skyline del Poetto (spiaggia cittadina).
  4. Padiglione per l'artigianato "Eugenio Tavolara" I.S.O.L.A. (Sassari). Una delle migliori espressioni sarde di architettura moderna, è stata ideata da Badas insieme all’amico e artista Eugenio Tavolara per la sede dell’Istituto Sardo Organizzazione Lavoro Artigianale.

10816988492?profile=RESIZE_710x

Un posto di assoluto rilievo è quello di Gaetano Cima (Cagliari, 1805 – Cagliari, 1878), operante nella seconda metà dell'Ottocento e avente anche il ruolo di professore all'Università di Cagliari. Dopo i suoi studi a Torino e all'Accademia di Belle Arti di Roma, dunque un percorso canonico rispetto ad altri suoi colleghi, impresse alla sua attività un rigore professionale di matrice neoclassica. Trea le sue opere possiamo citare:

  1. Ospedale San Giovanni di Dio (Cagliari). Progettato nel 1842 e realizzato a partire dal 1844, è uno degli edifici in stile neoclassico più peculiari, soprattutto grazie alla sua planimetria a forma di “fiore”, in cui l'atrio e il cortile risultano la “corolla”, mentre i “petali”, ovvero dei corridoi radiali, sono i reparti.
  2. Piano urbanistico di Cagliari. A partire dal 1861 si lavorò al progetto di sistemazione urbanistica di Cagliari, il quale vide come elementi architettonici emergenti il palazzo comunale (stile Liberty) e la terrazza neoclassica Umberto I, sorta su una parte delle rovine del bastione di St. Remy.
  3. Villa Santa Maria a Pula. Costruita per Don Michele Carboni, importante imprenditore dell’isola, si trova nel quartiere di San Michele e sorge sulle rovine di una domus romana e un conveto.

10816999289?profile=RESIZE_710x

Ci spostiamo verso Nord, per parlare di Antonio Simon Mossa (Padova, 1916 – Sassari, 1971). Quest’uomo viene ricordato principalmente per le sue opere architettoniche ed impegno politico, ma è stato uno dei personaggi più poliedrici e versatili della nostra isola, cimentandosi anche nella letteratura, così come nella musica e nel cinema. Tra i suoi molteplici progetti, concentrati prevalentemente nell’area di Alghero, sono sicuramente rilevanti:

  1. Scala del Cabirol (Alghero). Una scalinata di 654 gradini che si snoda lungo la parete del massiccio di Capo Caccia per portare alle Grotte di Nettuno, così come un possibile percorso che potrebbe effettuare un capriolo.
  2. Hotel Capo Caccia e altri nell’area di Alghero. L’architetto ha sicuramente lasciato il segno sul waterfront della rada di Alghero, passando per Fertilia fino ad arrivare a Porto Conte, attravero il timbro distintivo nella progettazione delle strutture recettive. Non solo l’hotel Capo Caccia ma anche l’Hotel Carlos V in città, Hotel Porto Conte, Hotel Balear, Hotel El Faro, Hotel Corte Rosada, Hotel La Lepanto, Hotel Coral, Hotel Punta Negra e Hotel Dei Pini.
  3. Contributo nel Masterplan della Costa Smeralda e progettista per il Piano regolatore di Oristano ed Alghero.
  4. Ristrutturazione e restauro della Chiesa di San Donato, Chiesa di San Sisto e Chiesa di Sant’Apollinare (Sassari).

10816995486?profile=RESIZE_710x

Rilevanti nella creazione del prestigio dell’architettura sarda sono anche Vico Mossa (Serramanna, 1914 – Sassari, 2003), Armando Melis de Villa (Iglesias, 1889 – Torino, 1961) e l’ancora operativo Alberto Ponis (Genova, 1933).

È giusto dare una menzione speciale a Costantino Nivola (Orani, 1911 – East Hampton, 1988), che per quanto non fosse ufficialmente un architetto ha contribuito a portare la tradizione e l’iconografia sarda in giro per il globo, collaborando in modo continuativo con Le Corbusier, il maestro dell’architettura del Novecento. La sua opera e eredità sono custodite presso il Museo Nivola ad Orani, anche essa rilevante opera architettonica di recupero del vecchio lavatoio, a cura di Peter Chermayeff e Umberto Floris.

Ci piacerebbe trovare insieme dei nomi di spicco per ogni regione d’Italia? Vogliamo creare questa biblioteca comune insieme?

 

Fonti

Domus Web - Ubaldo Badas Architetto https://www.domusweb.it/it/notizie/2009/08/30/ubaldo-badas-architetto.html

Informati Sardegna - Ospedale Marino di Cagliari https://informati-sardegna.it/cultura/ospedale-marino-di-cagliari/

Sardegna Turismo - Padiglione Tavolara per Artigianato e Design https://www.sardegnaturismo.it/it/node/14048

Sardegna Cultura – Gaetano Cima https://www.sardegnacultura.it/j/v/258?s=20856&v=2&c=2662&t=7

Vistanet.it - Lo sapevate? L’ospedale San Giovanni di Dio di Cagliari fu opera di Gaetano Cima https://www.vistanet.it/cagliari/2018/11/10/lo-sapevate-lospedale-san-giovanni-di-dio-di-cagliari-fu-opera-di-gaetano-cima/

Vistanet.it - Dimore storiche in Sardegna. Cagliari: Villa Carboni gioiello architettonico nel cuore di San Michele https://www.vistanet.it/cagliari/2022/06/19/dimore-storiche-in-sardegna-cagliari-villa-carboni-gioiello-architettonico-nel-cuore-di-san-michele/

Archivio Simon Mossa https://www.archiviosimonmossa.it/

Alguer.it - Antonio Simon Mossa, l’architetto che cambiò il volto di Alghero https://www.alguer.it/notizie/n.php?id=4557

Città della terra Cruda - Archivi d’architettura: Vico Mossa https://www.terracruda.org/it/contenuto/progetti/archivio-vico-mossa

Polo del ‘900 - Melis De Villa, Armando, architetto, docente universitario (1889-1961) https://archivi.polodel900.it/entita/Melis%20De%20Villa,%20Armando,%20architetto,%20docente%20universitario%20(1889-1961)

Artribune - L’architettura della casa-vacanze secondo il progettista Alberto Ponis https://www.artribune.com/progettazione/architettura/2022/06/alberto-ponis-progettista-sardegna/

Museo Nivola https://museonivola.it/

 

Immagini

Gabbiano su skyline di Cagliari (Cagliari, Sardegna, Italia) - autore: Davide Baraldi (Pexels)

Padiglione dell'Artigianato Eugenio Tavolara 1956 (Sassari, Sardegna, Italia) - autore: Renato Gadau, fotografo della Nuova Sardegna

Osepdale San Giovanni di Dio - vista 3D di Google Earth

Scala del Cabirol 2003 (Alghero, Sardegna, Italia) - autore: Roberto Ferrari (https://www.flickr.com/photos/52485003@N00

 

Read more…

Giornata mondiale della salute mentale

Oggi vogliamo porre l’attenzione su un tema non totalmente in linea con i soliti argomenti trattati in questo network, ma trasversale e fondamentale a tutti i settori.

Il 10 Ottobre è la Giornata mondiale della Salute Mentale.

Si celebra annualmente in tutto il mondo dal 1992 su proposta di Richard Hunter, vicesegretario generale della World Federation for Mental Health (Federazione mondiale per la salute mentale). Questa ricorrenza nasce con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza dei cittadini, dei governi e degli enti promotori del lavoro sui problemi relativi alla salute mentale, mobilitare gli sforzi e gli incentivi a sostegno e promuovere azioni di advocacy e lotta allo stigma. Successivamente, a partire dal 1994, si è deciso di portare l’attenzione ogni anno su un tema differente. Nel 2020 Move for mental health: Increased investment in mental health (Muoversi per la salute mentale: maggiori investimenti per la salute mentale), mentre nel 2021 Mental Health in an Unequal World (La salute mentale in un mondo disuguale). Aspettiamo di scoprire insieme il tema di quest’anno! 10800762085?profile=RESIZE_710x

A primo impatto, questo tema sembrerà distante dal nostro ambito, ma in realtà nell’edilizia si tratta spesso il tema della salute sul lavoro e quella mentale è una delle sue parti. Basti pensare al D.lgs. 81/2008 Materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro e a tutti i titoli che lo compongono, non solo il Titolo IV relativo ai Cantieri temporanei o mobili (artt. 88-160). Come tecnici e specialisti del settore delle costruzioni, abbiamo come obbiettivo comune, a prescindere dal settore, il benessere dell’uomo all’interno di un ambiente costruito. La salute mentale non prescinde dal resto.

A seguito della pandemia da Covid-19, parlare di salute mentale è diventato ancora più importante. Se i dati di inizio 2020 della World Health Organization (Organizzazione mondiale della Sanità) mostravano oltre un miliardo di persone affette da disturbo della salute mentale, negli ultimi due anni questo ha colpito anche un’altra buona parte della popolazione, soprattutto del mondo occidentale. Ansia, depressione, stati di preoccupazione generalizzata, problemi di irritabilità, disturbi del ciclo sonno-veglia e tanti altri, sono i disturbi riscontrati dai centri di supporto sparsi nel paese. Questo malessere dilagante è dimostrato anche dal numero elevato di richieste per il Bonus Psicologo presentate all’INPS a partire da luglio di questo anno, arrivate a 113.343 domande in pochissime ore, molte di più rispetto alla capacità che il fondo può gestire.

L’unica cosa che vogliamo dire noi di CollEngWorld è questa: durante il corso del tempo cerchiamo di prenderci un momento per capire come stiamo, sia noi che le persone che ci stanno intorno. Se si dovessero affrontare delle difficoltà nel semplice svolgimento della giornata, è bene fermarsi e chiedere un supporto. A volte anche un piccolo aiuto può evitare decorsi molto più gravi.

Essere una rete e una comunità è anche questo. 

 

Link governativi mondiali e nazionali per supporto ed aiuto

World Federation for Mental Health (Federazione Mondiale della Salute Mentale) https://wfmh.global/   

Ministero della Salute – Salute Mentale https://www.salute.gov.it/portale/saluteMentale/homeSaluteMentale.jsp

Ministero della Salute - Numero verde di supporto psicologico 800.833.833

 

Immagini

A community of people, happily together in a fields, in the light of sunset, in summer, seen from slight above the ground, no visible faces, semi realistic painting, colorful, ar 16:9 di Nervina (immagine realizzata con sistema A.I. MidJourney)

Read more…

Oggi apriamo la nuova rubrica riguardante i progetti portati avanti dai nostri utenti.

Il primo progetto appartiene a Tecnolav Engineering Srl, una Scuola a Villasimius (Sardegna) che comprende sia la scuola primaria che quella secondaria di 1°grado (medie).

10800716655?profile=RESIZE_710x

L’incarico espletato ha previsto la progettazione preliminare, definitiva, esecutiva e il coordinamento della sicurezza in fase di progettazione, oltre che la direzione dei lavori ed il coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione, per le categorie di edilizia, strutture e impianti.

Il progetto della scuola elementare e media di Villasimius rientra tra gli interventi che il Comune ha operato nel proprio territorio a favore dell’istruzione della propria popolazione scolastica. Tutto l’insieme dei servizi scolastici si articola attorno a due piazze concepite come accoglienza e compenetrazione degli spazi urbani. Il complesso è stato progettato secondo i principi dell'ecosostenibilità e della bioarchitettura per la massimizzazione dell’uso di energia naturale rispetto a quella artificiale ottenendo un risparmio di risorse energetiche non indifferente ed un minore inquinamento acustico e ambientale.

L’organismo architettonico è costituito nel suo insieme da due corpi di fabbrica comprendenti la scuola elementare con le rispettive aule inter-ciclo richieste, situate nel braccio in alto, e la scuola media con le sue aule normali e con le aule speciali nel corpo in basso nel lotto; un corpo trasversale che le collega comprende i locali amministrativi, dirigenziali, la biblioteca e la sala mensa con annesso reparto cucina, lavaggio e medicheria.

All’area si accede da due punti: uno per la scuola elementare e uno per la scuola media, scelte queste dettate soprattutto dal fatto che si è ritenuto di dover separare i percorsi di entrata e di uscita tra alunni di età scolare diversa.

10800716857?profile=RESIZE_710x

Fondamentale è stato l’inserimento del complesso scolastico con il contesto paesaggistico e con il tessuto urbano preesistente, grazie all’accurato studio cromatico delle strutture, alla sistemazione delle aree verdi e alle soluzioni architettoniche e tipologiche scelte.

Premesso che l’intervento è stato eseguiti in epoca antecedente l’introduzione dei CAM, alla progettazione dell’involucro edilizio ad alte prestazioni è stata accompagnata una progettazione impiantistica che, nel conferire elevata qualità di vivibilità interna, ha previsto minori consumi di energia che la cui produzione, ai fini di ridurre ulteriormente le emissioni nocive in atmosfera, viene integrata da diverse fonti rinnovabili. Il Campus è stato progettato prevedendo che le zone delle aule siano quelle esposte all’influsso benefico dei raggi solari. Si è previsto un sistema di pensiline e piastre di coperture atte a proteggere gli ambienti da fenomeni di abbagliamento e di surriscaldamento delle superfici esposte all’irraggiamento solare nei mesi estivi.

L’impostazione progettuale dell’edificio, sia in termini architettonici che impiantistici, ha mirato a conseguire una alta efficienza energetica e a ridurre l’impatto ambientale nell’intero ciclo di vita dell’edificio, dalla fase di realizzazione a quella di esercizio fino alla dismissione, attraverso la scelta e l’uso di materiali e tecniche costruttive che per propria natura o per la propria efficienza riducono e limitano l’inquinamento ad esse riconducibile. Il campus è stato progettato prevedendo che le zone delle aule siano quelle più esposte all’influsso benefico dei raggi solari, prevedendo allo stesso tempo un sistema di pensiline e piastre di copertura atte a proteggere gli ambienti da fenomeni di abbagliamento e di surriscaldamento delle superfici esposte all’irraggiamento solare nei mesi più caldi.

10800716891?profile=RESIZE_710x

Sono state adottate soluzioni che conferiscono elevatissime prestazioni dell’involucro edilizio con la realizzazione di una facciata ventilata con un sistema di ancoraggio a carico di correnti e montanti costituenti un sistema di tipo continuo in alluminio estruso. Gli infissi esterni prevedono l’installazione dei vetri basso emissivi nel rispetto dei parametri imposti dal DLgs 192/05 e dal DLgs 311/06 mediante l’utilizzo di vetrocamera isolante.

Una volta progettato un involucro edilizio ad alte prestazioni sono stati previsti impianti che conferiscono elevata qualità di vivibilità interna con minori consumi di energia per la cui produzione è stato previsto di sfruttare l’apporto di energie naturali e rinnovabili: impianto fotovoltaico; impianto geotermico; impianto produzione acqua calda da pannelli solari; impianto videosorveglianza attiva.

L’utilizzo dei materiali, l’uso accorto e congruo di energie rinnovabili, lo studio dell’irraggiamento, della regolazione della luce e delle volumetrie, sono tutti elementi che hanno concorso alla progettazione ed esecuzione dell’edificio pensato per ottimizzare il costo globale di manutenzione e di gestione lungo il ciclo di vita dell'opera, non considerando solo la vita propria ma anche il modo in cui i materiali di cui è composta sono stati ottenuti e il modo in cui, terminata la vita dell’edificio, essi potranno essere riciclati e smaltiti.

© Tutti i diritti riservati a Tecnolav Engineering Srl

 

Ricordiamo che per chiunque voglia partecipare alla rubrica CEW | Progetti, i professionisti che vorranno candidarsi dovranno fornire il materiale da loro selezionato per uno o più progetti da loro scelti, compreso di modulo autorizzativo per il trattamento. Durante la settimana dedicata alla rubrica verrà trattato il tema relativo al progetto presentato. 

Read more…

CollEngWorld è nato per essere il contenitore di una comunità virtuale di professionisti delle costruzioni. È sempre voluto essere uno spazio per creare una rivoluzione nel mondo dell'ingegneria, il cui motto sin dalle origini è stato "collaborative engineering for the benefit of humanity".

Ma da dove siamo partiti?


10800688053?profile=RESIZE_710x

 

L’esigenza di creare una rete solida e dinamica scaturisce proprio dalle difficoltà che riscontrano tutti i tecnici nel momento in cui decidono di approcciarsi con il settore degli Appalti Pubblici. L’elevato grado di complessità di questo ambito spesso scoraggia a partecipare al confronto in materia di gare e concorsi, anche se i fondi da parte della pubblica amministrazione, come ben sappiamo, sono attualmente un potente attrattore.

Dalle analisi effettuate negli ultimi anni dalla Commissione Europea, emerge che ogni anno le autorità pubbliche spendono in appalti circa il 14% del PIL, ovvero 1.9 miliardi di euro. Dunque, gli appalti pubblici rivestono indubbiamente un'importanza fondamentale, sia nei in settori quali energia, trasporti, difesa, tecnologie informatiche e servizi sanitari, ma anche rilevanti per i servizi di ingegneria e architettura.

Ma quali sono le difficoltà che riscontrano i nostri professionisti?

Dal giovane ingegnere appena abilitato, all’architetto con più esperienza nel restauro, fino all’impresario edile, la normativa e le procedure che regolano i servizi e i lavori con committenti pubblici diventano sempre più complesse e cavillose man mano che gli anni si susseguono. Se questo aumento di complessità permette sicuramente di evitare i fenomeni di corruzione, dall’altra parte ci accolgono numerose procedure e documenti amministrativi che spesso solo un ufficio gare ben strutturato può affrontare. Prescindendo queste considerazioni pratiche, la nascita dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (A.N.A.C.) nel 2014, a seguito dell’unione della Commissione indipendente per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche (istituita nel 2009 dalla legge Brunetta) con l'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture (istituita nel 1994 con la legge Merloni), ha una funzione primaria, fondamentale ed essenziale nella tutela della nostra democrazia e della pubblica amministrazione.

Il Decreto Semplificazioni ha sicuramente agevolato le procedure di affidamento degli appalti, ma non l’accesso a tutte le categorie di professionisti. Infatti, i requisiti richiesti non sono spesso proporzionali alle opere da eseguire, rendendo complesso anche per le grandi società di ingegneria poter partecipare in maniera autonoma con solo le proprie risorse. Dopo l’avvento del PNRR la situazione è ancora più complessa. Se presentano difficoltà le imprese e le società strutturate, se ne deduce dunque la situazione piccoli professionisti, i quali sono quasi sempre esclusi.

Quando si decide di lavorare nell’ambito dell’affidamento dei servizi per appalti pubblici è chiaro che lo si deve pianificare la principio. Un giovane laureato, appena abilitato, dovrà subito operare nell’ottica di inserimento all’interno di raggruppamenti come giovane professionista. Infatti l’art 4 del Decreto MIT (Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili) 263/2016 stabilisce che i raggruppamenti temporanei debbano prevedere la presenza di almeno un giovane professionista, quale progettista, come requisito di partecipazione nel caso di affidamento di servizi di progettazione. Tramite questo espediente si ha la possibilità di sperimentare, capire e comprendere l’intera macchina e iter procedurale, creare un curriculum per categorie d’opera in base alla percentuale data e, lentamente, collezionare una moltitudine di esperienze e avere a che fare con lavori complessi. La verità purtroppo è sempre nel mezzo, poiché sappiamo bene che spesso i giovani sono impiegati per lo più come manodopera (disegnatori, modellatori digitali, renderisti, etc), poiché sprovvisti di esperienza e poco specializzati, con una percentuale sull’importo del servizio molto bassa. Le agevolazioni possono aumentare quando si parla di concorsi di progettazione.

Per concludere, il settore degli appalti pubblici è sicuramente proficuo, ma c’è un grande scoglio sa sormontare per poterne avere accesso e, dunque, è difficile avere ricambio di figure e competenze.

CollEngWorld mira anche a questo, dare la possibilità a piccoli professionisti di aggregarsi, conoscersi e fare rete, con l’obbiettivo di strutturare nuovi gruppi, o entrare a far parte di quelli esistenti, in modo da poter accedere ad esperienze di progettazione complessa e integrata.

 

Fonti

Bosetti&Gatti - Decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50. Codice dei contratti pubblici (G.U. n. 91 del 19 aprile 2016) https://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/2016_0050.htm

Autorità nazionale anticorruzione (A.N.A.C.) https://www.anticorruzione.it/

Bosetti&Gatti - Decreto Semplificazioni. Legge 11 settembre 2020, n. 120 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, recante «Misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitali» (G.U. n. 228 del 14 settembre 2020) https://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/2020_0120.htm

Appalti PNRR https://appaltipnrr.it/

Amministrazione in cammino. Un laboratorio formativo e sperimentale (Rivista elettronica Luiss) - Gli appalti pubblici pre e post covid: luci ed ombre del consolidamento del “modello” derogatorio di Paolo Rossi 29 ottobre 2021 https://www.amministrazioneincammino.luiss.it/wp-content/uploads/2021/10/ROSSI.pdf

Commissione Europea - Scheda tematica per il semestre europeo per Appalti Pubblici (2017) PUBBLICI https://ec.europa.eu/info/sites/default/files/file_import/european-semester_thematic-factsheet_public-procurement_it.pdf

 

Immagini

Collaborative engineering for the benefit of humanity di Jocapp87 (immagine realizzata con sistema A.I. MidJourney)

Read more…

L’edilizia è uno dei settori con l’impatto negativo maggiore sul pianeta. Partendo dalle operazioni di reperimento del materiale grezzo (pozzi di estrazione, cave, colture intensive di legname, disboscamento, etc.) fino agli stabilimenti di trattamento e trasformazione, il processo edile sarebbe responsabile del 39% delle emissioni totali di biossido di carbonio a livello mondiale, di cui ben l'11% derivante dalla produzione di materiali come acciaio, cemento e vetro. E questo solo se consideriamo la fase di costruzione e non quella di vita dell’edificio.

Come mitigare questo impatto e procedere a un processo costruttivo più sostenibile?

10799865264?profile=RESIZE_710x

Un approccio diverso è sicuramente possibile. Se si considerano i rifiuti come un errore di progettazione e gli edifici come riserve di materiali, questi ultimi non sarebbero più concepiti come strutture immutabili e non convertibili, bensì come sistemi dinamici, aperti e flessibili. Questo cambiamento di prospettiva apre le porte a una nuova tematica, chiamata edilizia reversibile. In linea con i principi dell’economia circolare, le due macro-azioni che si possono compiere sono le seguenti:

  1. Riutilizzo e trasformazione delle strutture esistenti;
  2. Demolizioni strategica degli edifici dismessi per il reperimento di materiali riutilizzabili in altri processi costruttivi.

10799873700?profile=RESIZE_710x

Il primo punto riguardala riconversione, ovvero il riuso di edifici ed aree dismesse (militari, industriali, infrastrutture, etc.) che assicura la continuità nello sviluppo urbano, favorendo l’adattamento del tessuto esistente alle esigenze attuali, con la trasformazione del patrimonio edilizio alle esigenze tecniche, sociali ed economiche della società contemporanea. È doveroso specificare però che il riuso edilizio è consentito per gli edifici che posseggono solo un “valore storico”, non un “valore di antichità”, quindi ne sono escluse tutte quelle opere che abbiano un vincolo di tutela come di bene architettonico, secondo il D.lgs. n. 42 del 2004 “Codice dei beni culturali e del paesaggio”.

In Italia, un esempio di grande valore è sicuramente il sito dell’Expo 2015 a RHO di Milano. Al tempo della progettazione sono stati molteplici i futuri utilizzi ipotizzati dopo la mostra, i queli si sono rilevati realizzabili: gli spazi della Ferrero vennero progettati in modo che la loro dismissione producesse materiale per scuole e centri accoglienza dell'Asia ed dell'Africa; il padiglione Coca Cola è stato trasformato in un campo da basket; le strutture per l'esposizione dell'organizzazione salesiana Casa Don Bosco sono state trasferite in Ucraina, divenendo un centro polifunzionale; le aree service dell'area sono diventati spazi flessibili e per start up, aule universitarie, uffici pubblici e biblioteche; il padiglione Italia è stato modificato per ospitare i laboratori per studi sul genoma umano.

Nel mondo, i progetti di riconversione sono ormai frequentissimi. Tra gli esempi più illustri ci sono sicuramente la Fondazione Prada a Milano (Studio OMA), la Fabrica a Sant Just Desvern (Ricardo Bofill), Caixa Forum di Madrid (Herzog & De Meuron), insieme a molti altri.

10799881686?profile=RESIZE_710x

Il secondo punto, invece, mira alla riduzione dell’utilizzo delle materie prime, così come la produzione. Infatti, gli edifici possono essere suddivisi in componenti, i quali possono essere riutilizzati, riciclati o biodegradarsi nel tempo. Secondo l’approccio Buildings As Material Banks, dunque, questi sono riserve di materiali per strutture future. Affinché questo avvenga ci sono però delle buone pratiche da seguire fin da adesso, durante la prima costruzione, per rendere un fabbricato utile a tale scopo, tra cui la modularità e rimovibilità dei materiali da costrizione, l’accessibilità degli impianti elettrici o idrici - in modo che eventuali manutenzioni non comportino demolizioni – e la durabilità.

Sembrano dei gesti molto importanti da compiere, sicuramente più dispendiosi inizialmente, ma con un ritorno anche economico nel lungo termine. Piccoli gesti per migliorare le prestazioni ecologiche del nostro settore. Non sembra così impossibile.

 

Fonti

ASviS - GlobalAbc: settore edilizio responsabile del 39% delle emissioni di CO2 https://asvis.it/goal9/home/425-4974/globalabc-settore-edilizio-responsabile-del-39-delle-emissioni-di-co2

Teknoring – Riuso edilizio https://www.teknoring.com/wikitecnica/tecnologia/riuso-edilizio/

Teknoring – Riconversione https://www.teknoring.com/wikitecnica/tecnologia/riconversione

Teknoring – Expo 2015, riapre il sito espositivo: cosa prevede il riuso temporaneo? https://www.teknoring.com/news/urbanistica/area-expo-2015-di-milano-oggi-il-recupero-e-il-riuso-temporaneo/

Wired - Il distretto dell'innovazione all'ex Expo di Milano prende vita https://www.wired.it/article/milano-mind-ex-expo-2015-apre-startup-aziende/ 

Economia Circolare.com - E se casa tua si smontasse e rimontasse? Storie di architettura reversibile e circolare https://economiacircolare.com/architettura-economia-circolare-edifici-che-si-smontano-ecosostenibili/

BAMB – Buldings As Material Banks https://www.bamb2020.eu/

Economia Circolare.com - Architettura reversibile: prospettive circolari per l’ambiente costruito https://economiacircolare.com/architettura-reversibile-bamb-reversible-building-design/

 

Immagini

Ecological Green City 2100 Nature Hyperealistic di Nervina (immagine realizzata con sistema A.I. MidJourney)

Expo Milano 2015 Flags di claudiodivizia (CanvaPro)

La Fàbrica, studio nell’ex fabbrica di cemento © Ricardo Bofill Taller de Arquitectura (https://www.floornature.it/ricardo-bofill-e-la-fabrica-studio-nellex-fabbrica-di-cemento-10640/)

Read more…

CollEngWorld cerca Social Media Managers!

OFFERTA DI LAVORO

Cercasi Social Media Managers

(offerta temporaneamente chiusa)

 

Stiamo crescendo e la redazione di CollEngWorld ricerca dei professionisti che operino come Social Media Managers. 

Le mansioni che dovranno ricoprire le figure selezionate saranno conformi alle attività di creazione contenuti sulle piattaforme e i social media utilizzati dal network. Nello specifico:

  • creazione di contenuti (copy e grafici) per i social media utilizzati dal network (LinkedIn, Instagram e Facebook);
  • gestione della community e moderazione pagine social;
  • analisi e gestione della pubblicità/sponsorizzate;
  • pianificazione, analisi, studio della strategia e definizione degli obiettivi della comunicazione;
  • eventuali altre mansioni che possono scaturire in sede di colloquio.

Tra i requisiti richiesti rientra un titolo di studio tra i seguenti:

  • laurea triennale in Scienze della comunicazione o equipollente;
  • laurea magistrale in Teorie della Comunicazione o equipollenti;
  • master di specializzazione (II livello) nel campo della Comunicazione.

È richiesta una conoscenza informatico-digitale che comprenda le seguenti competenze: Office (autonomo), Web Tools (avanzato), Software di scrittura (avanzato), strumenti di analisi dati (autonomo).

L'impegno settimanale previsto sarà di tipo full time (flessibile).

La retribuzione e la forma di impiego verranno discusse dal/la professionista candidato/a in sede di colloquio conoscitivo.

 

In caso di interesse e/o richiesta di informazioni aggiuntive, potete inviare una email con il vostro Curriculum Vitae alla redazione di CollEngWorld info@collengworld.com . 

Il presente annuncio è rivolto ad entrambi i sessi, ai sensi delle leggi 903/77 e 125/91, e a persone di tutte le età e tutte le nazionalità, ai sensi dei decreti legislativi 215/03 e 216/03.

 
Read more…

OFFERTA DI LAVORO

Cercasi Tirocinante categorie protette L. 68/99

(offerta temporaneamente chiusa)

 

Si ricerca tirocinante con formazione nel campo tecnico, iscritto alle categorie protette secondo la Legge 68/99, nell'area di Cagliari o del Sud-Sardegna.

Sono richieste le seguenti soft skills:

  • flessibilità, adattabilità ai compiti assegnati
  • proattività e problem solving
  • team work

L'impegno previsto sarà full time e in sede.

La retribuzione verrà discussa dal/la candidato/a in sede di colloquio conoscitivo.

Ricordiamo che per accedere alla posizione di tirocinante bisogna non essere abilitati alla professione e/o iscritti ad alcun albo professionale.

 

In caso di interesse e/o richiesta di informazioni, potete inviare una email con il vostro Curriculum Vitae alla redazione di CollEngWorld info@collengworld.com. Ci occuperemo di mettere in contatto il/la candidato/a con la società di riferimento.

Il presente annuncio è rivolto ad entrambi i sessi, ai sensi delle leggi 903/77 e 125/91, e a persone di tutte le età e tutte le nazionalità, ai sensi dei decreti legislativi 215/03 e 216/03.

Read more…

Il nostro mantra degli ultimi mesi è stato guardare al passato per progettare il futuroMa se oggi ci spingessimo un po’ oltre, proiettati in avanti nel tempo, e provassimo ad ipotizzare nuovamente l’evoluzione dell’ingegneria? Inoltre, che ne dite di provare a spostare il puntatore rosso dalla terra allo spazio infinito?

10796485078?profile=RESIZE_710x

È ormai risaputo che negli ultimi anni la corsa alla conquista dello spazio sia diventata un tema ricorrente, non sono per i patiti di fantascienza ma per tutti i grandi nomi dell’imprenditoria mondiale. Proviamo a citarne solo alcuni. Primo tra tutti Elon Musk, uno dei creatori di Tesla ma che sta investendo la maggior parte delle sue energie nella realizzazione del progetto della SpaceX. Questa società ha l’obiettivo di rendere la specie umana multiplanetaria e lo spazio sempre più accessibile, rendendo gli investimenti e le missioni non più una questione meramente governativa ma aperta all’era dello sfruttamento commerciale dello spazio e dunque della space economy. La SpaceX punta all’accessibilità dello spazio attraverso la standardizzazione delle parti, la costruzione modulare e soprattutto la riutilizzabilità dei componenti per il lancio. In contemporanea, anche il magnate Richard Branson ha creato Virgin Galactic, una branca della famosa casa produttrice musicale che si occupa di turismo spaziale. A partire dall’autunno del 2011, con l’inaugurazione dello Spaceport America, si è cercato di capire come portare l’uomo comune nello spazio, senza formazione specifica militare degli astronauti.  L'11 luglio 2021 è avvenuto il primo volo turistico della compagnia con quattro passeggeri a circa 85 chilometri sopra il livello del mare (limite tra atmosfera e spazio negli USA).

Ma perché andare nello spazio si sta rivelando un’esigenza ormai quasi essenziale? Perché non concentrarsi prima sullo sviluppo di tecnologie che potrebbero cambiare la vita sul nostro pianeta?

Lo ha spiegato ben cinquanta anni fa Ernst Stuhlinger, ingegnere e ricercatore tedesco naturalizzato statunitense tramite l’operazione paperclip, specializzato in missilistica e membro essenziale dei primi progetti della NASA che portarono Neil Amstrong e colleghi sulla luna. Il casus belli fu una lettera ricevuta da una suora che poneva il problema dell’eccessiva spesa per il programma spaziale quando sulla Terra milioni di persone pativano la fame. In qualche pagina ricca di esempi, Ernst Stuhlinger inquadra la necessità di conquistare lo spazio sia per comprendere al meglio il nostro pianeta ma anche per capire dove estendere la produzione. I decenni hanno dimostrato che si, la ricerca nello spazio ci fornisce risultati innovatici e scoperte che aprono nuovi orizzonti per molteplici campi della scienza, della medicina e della tecnologia. Il progetto di vita sulla luna o su altri pianeti potrebbe forse essere la soluzione al sovraffollamento terrestre e all’esaurimento delle risorse (ogni anno anticipiamo l’Earth Overshoot Day di qualche giorno).

Ma tutto questo, con il passare degli anni, è ancora sostenibile? Stiamo inquinando anche lo spazio, così come facciamo con la terra?

10796447086?profile=RESIZE_710x

La soluzione, anche questa volta, potrebbe essere la stampa 3D.

L’automatizzazione della produzione e l’invenzione della stampa 3D sono stati due passi per l’umanità giganteschi; infatti, oramai sono largamente impiegati in svariati campi della tecnologia, anche se nell’edilizia, come abbiamo visto (recupera alcuni articoli qui, oppure qui, ma anche qui), sono un tema abbastanza nuovo. Abbiamo la convinzione che il settore delle costruzioni sia ancora legato al lavoro manuale e dunque difficile da automatizzare sia per la componente umana che per le dimensioni dei manufatti coinvolti. Ma nel 2008 l’agenzia Caterpillar Inc. insieme all’University of Southern California ha portato avanti una ricerca sul Countur Crafting, una tecnologia di stampa tridimensionale tramite sovrapposizione layer del materiale costruttivo, arrivando pochi anni dopo alla dichiarazione che i suoi prototipi potevano costruire un’abitazione in un solo giorno, dimostrandosi molto più ecosostenibili delle tradizionali macchine da cantiere, sia per l’emissione di gas serra, che per lo spreco di materie prime.

L’utilizzo della Countur Crafting, combinata allo sfruttamento delle risorse in situ, è la tecnologia ideale che si presta a luoghi di difficile raggiungimento e dalle condizioni climatiche estreme. A questo proposito, infatti, è stata condotta una ricerca per permetterebbe l’estrusione del materiale utilizzando la polvere presente nel suolo lunare e marziano (regolith). Questa arriva proprio dalla nostra isola, dalla mente del prof. Giacomo Cao (COSMIC Lab) del Dipartimento di Ingegneria Chimica e Materiali dell’Università degli Studi di Cagliari.

Sulla base di questa tecnologia e dei principi della stampa 3D, nell’ultimo decennio si sono sviluppati progetti di insediamenti sia sulla Luna che su Marte, con l’obbiettivo principale di avviare campagne di terraformazione. La terraformazione è un ipotetico processo artificiale che poterebbe a rendere abitabile per l'uomo un pianeta o un satellite, intervenendo sulla sua atmosfera in modo da renderla simile a quella della Terra ed in grado di sostenere un ecosistema. Nella prima metà del 2015 la NASA annuncia un concorso di progettazione per le capsule di soggiorno per l’equipaggiamento dell’ipotetica missione umana su Marte. Una condizione imposta dal bando è stata l’utilizzo della tecnologia di CC per ridurre al minimo l’invio di rifornimenti da Terra e i costi della missione. L’obbiettivo primario è stato quello di creare uno spazio abitabile per un periodo di circa un anno, con particolare attenzione al confort e alle condizioni umane, in quanto una condizione di isolamento per lunghi periodi, oltre all’abitare in uno luogo angusto, potrebbe quasi certamente creare scompensi psicologici e sociali ai membri dell’equipaggio, compromettendo così il buon esito di una missione di per sé già rischiosa.

10796486466?profile=RESIZE_710x10796485689?profile=RESIZE_710x

Un altro progetto speculare è anche dell’Agenzia Spaziale Europea per la costruzione di un insediamento permanente sulla Luna, portato avanti da gruppo di lavoro che include lo studio di architettura Foster+Partners. Il progetto del villaggio prende il titolo di Lunar Habitation e consiste nel prelevare la regolite lunare e utilizzarla come la materia prima per la stampante 3D che estruderà l’involucro della stazione spaziale.

Tante idee e tante possibili soluzioni. Per voi potrebbe essere questa la strada verso una nuova qualità di vita sulla Terra e nel cosmo?

 

Fonti

La stampa 3D come superamento del limite: costruire su Marte; Alessandro Zilaghe; Tesi di laurea magistrale in Architettura presso l’Università di Sassari; Aprile 2016.

Space X - https://www.spacex.com/

Network Digital 360 - SpaceX, che cos’è: lanci e obiettivi di Elon Musk https://www.spaceconomy360.it/competenze-e-lavoro/spacex-che-cose-lanci-e-obiettivi-di-elon-musk/

Virgin Galactic https://www.virgingalactic.com/

Il Post - Perché spendere tanto per lo Spazio? (Lettera di Ernst Stuhlinger) https://www.ilpost.it/2012/08/08/perche-spendere-cosi-tanto-per-lo-spazio/

UNICA - Ingegneria. Giacomo Cao annuncia un brevetto congiunto Università di Cagliari / Asi per l’esplorazione umana nello Spazio https://www.unica.it/unica/en/news_notizie_s1.page?contentId=NTZ41167

Rei News - L'ex dirigente Nasa Jim Green: "Possiamo terraformare Marte". Quanto è fattibile? https://www.rainews.it/articoli/2022/01/lex-dirigente-nasa-jim-green-possiamo-terraformare-marte-quanto--fattibile-4b051c31-7d02-4c0b-b856-875575d83396.html

Tech Every Eye - Terraformare Marte o marteformare la Terra: qual è il destino dell'umanità? https://tech.everyeye.it/articoli/speciale-terraformare-marte-marteformare-terra-qual-destino-umanita-56954.html

3D Native - Le applicazioni della stampa 3D nello spazio https://www.3dnatives.com/it/stampa-3d-nello-spazio-290120229/

01Factory - La stampa 3D nello spazio presto sarà realtà https://www.01factory.it/la-stampa-3d-nello-spazio-presto-sara-realta/

Architettura Sostenibile - Lunar Habitation: il villaggio lunare stampato in 3D firmato Foster+Partners https://www.architetturaecosostenibile.it/architettura/progetti/lunar-habitation-villaggio-3d-foster-partners-121

 

Immagini

Lancio Dello Space Shuttle Durante La Notte di Edvin Richardson (Pexels)

City on mars 2050 hyperealistic di Nervina (immagine realizzata con sistema A.I. MidJourney)

Mars Ice House di Clouds Architecture Office, primo premio al concorso di progettazione NASA's Centennial Challenge Mars Habitat Competition (https://cloudsao.com/MARS-ICE-HOUSE)

Lunar Habitation - Moon base render di Foster+Partners (https://www.fosterandpartners.com/projects/lunar-habitation/

Read more…

La tecnica giapponese dell’incastro

L’umanità propende alla continua ricerca e conservazione di nuove informazioni, tecnologie ed esperienze, un’evoluzione continua che aspira sempre alla scoperta e comprensione dell’ignoto. Ma come già detto precedentemente, è ormai necessario guardare a ciò che è sempre stato sempre presente sotto i nostri occhi, per secoli o anche millenni: le tradizioni artigianali costruttive.

Di recente abbiamo trattato un argomento simile riferito al contesto ambientale mediterraneo (lo puoi leggere qui), ma più nello specifico relativo alle tecniche costruttive nei climi caldo-aridi, con materiali e strutture legate alla conformazione geologica e geomorfologica del suolo. Oggi si fa il giro del globo e si atterra direttamente nell’estremo oriente. Il Sud-Est asiatico è sicuramente un territorio più rigoglioso, umido e ricco di risorse vegetali, estremamente legato alla cultura costruttiva del legno e dell’intaglio. Dalle abitazioni economiche, alle grandi architetture religiose, abbiamo una rosa di testimonianze edilizie vastissima.

Oggi analizziamo nello specifico l’architettura giapponese.

10784359678?profile=RESIZE_710x

Partendo dalle basi, grazie alle influenze costruttive culturali cinesi, la prima configurazione dello spazio che appare nell’architettura giapponese, circa millequattrocento anni fa, è quella degli edifici sacri, di culto sia buddista che scintoista. La composizione spaziale del tempio rimarrà un riferimento essenziale per tutto lo sviluppo dell’architettura giapponese. Si tratta di è uno spazio essenziale ed efficace, il cui basamento di legno, rialzato grazie a blocchi di pietra, è suddiviso in due spazi rettangolari: quello più importante (per il culto e per custodire gli oggetti sacri) è detto moya, mentre quello di passaggio (il luogo di accoglienza) è detto hisashi. Ci sono due possibili configurazioni: la prima è quella dove l’hisashi è posto prima del moya, separati semplicemente da una parete scorrevole; la seconda, più complessa, consiste nel porre il moya centrale creando un hisashi tutt’intorno. Ma la cosa più interessante dell’architettura giapponese è sicuramente l’arte dell’intaglio e dell’incastro del legno, anche per strutture di notevoli dimensioni.

10784362267?profile=RESIZE_710x

Molto prima che la minutaglia metallica diventasse essenziale per la stabilità dei giunti, i costruttori giapponesi usavano e tramandavano le tecniche di carpenteria all’interno delle corporazioni e delle famiglie per secoli. Nel corso del tempo, queste pratiche sono state perse, anche perché, se le tecniche di falegnameria tradizionali erano documentate in libri e archivi, le loro rappresentazioni bidimensionali erano difficili da visualizzare per i non esperti. Dunque, molte strutture tradizionali, come castelli e templi (oltre che le abitazioni), sono costruiti senza chiodi, utilizzando invece vari tipi di incastro.

In generale, nella progettazione delle carpenterie giapponesi, esistono tre tipi principali di giunti, classificabili più per utilizzo che per forma. La prima tipologia viene utilizzata tra le traverse e i supporti superiori e tra le traverse superiori e il reticolo. Considerando che la parte superiore della traversa di solito non è visibile, non fa differenza se i supporti e le estremità del reticolo si estendano sopra la parte superiore del telaio (Fig. 2-A). Per le varie giunzioni vengono utilizzati sia colla che chiodi, anche perché risultano molto facili da camuffare con la carta di riso presente nelle pannellature. La seconda tipologia di giunto viene utilizzata tra la traversa inferiore e i supporti e poi tra la traversa inferiore e il reticolo. In questo caso, i bordi e la metà inferiore del telaio sono chiaramente visibili e dunque si deve fare attenzione alla fattura dei bordi (Fig. 2-B). I giunti devono penetrare solo circa 2/3 della larghezza totale del traverso ed essere rifiniti con colla e chiodi. Questa specifica tipologia è più complessa da realizzare in quanto richiede strumenti più specifici (scalpello). Infine, la terza tipologia è utilizzata tra doghe e reticolo. Quando si ha completato la costruzione del telaio e del reticolo e si passa alla fase di assemblaggio, si effettuano tutte le regolazioni di rifinitura.

10784363095?profile=RESIZE_710x

Nel manuale Wood Joints In Classical Japanese Architecture, a cura di Torashichi Sumiyoshi e Gengo Matsui, vengono illustrate tutte le forme di incastro presenti nella architettura giapponese, per forma e rifinitura. Come affermano gli autori nella prefazione, questo libro vuole essere una raccolta di immagini e diagrammi esplicativi del patrimonio giapponese della carpenteria, il quale include anche le dimensioni, una caratteristica che non si trova nella maggior parte delle altre pubblicazioni sul tema. Questa raccolta non solo è solo concentrata sulla divulgazione della tecnica e la conservazione della cultura, ma si poneva come obiettivo quello di vedere queste tecniche utilizzate nell'architettura contemporanea. Apprendere dal passato per plasmare il presente.

Nell’architettura contemporanea giapponese moltissimi progettisti utilizzano il legno come elemento costitutivo dell’opera, tra i quali spiccano sicuramente due architetti che riprendono a piene mani queste tecniche: Shigeru Ban e Kengo Kuma. Del primo possiamo citare la copertura dell’Aspen Art Museum, ma anche tutti gli studi effettuati con i suoi Paper Tube. Del secondo si può dire che negli anni abbia esplorato tutti i possibili utilizzi del legno, inserendolo con successo nella maggior parte delle sue opere, tra cui uno dei più recenti, il SunnyHills Minami Aoyama Store a Tokyo.

 

Fonti

A Japanese Touch for Home, K. Yagi, International Ltd, Tokyo, 1982 https://ia800704.us.archive.org/28/items/Japanese_Touch_for_Your_Home/Japanese_Touch_for_Your_Home.pdf 

Wood Joints In Classical Japanese Architecture, Torashichi Sumiyoshi e Gengo Matsui, Ferenc Kovacs, J. Nagy, 1991 https://fabiap.files.wordpress.com/2011/01/wood-joints-in-classical-japanese-architecture.pdf

Medium - Art of Joinery in Architectural Design https://medium.com/thinking-building/art-of-joinery-used-in-recent-japanese-architecture-5e3d0e5aa4c1

Tueffel Engineering Consultants - Traditional Japanese Wooden Techniques Introduction of a Practical Usage and a Basic Interlocking Joint System https://www.patrick-teuffel.eu/traditional-japanese-wooden-techniques/?lang=en

Architizier - 18 Intricate Examples of Traditional Japanese Wood Joinery https://architizer.com/blog/inspiration/industry/japanese-art-of-wood-joinery/

Culture College - Architettura tradizionale giapponese http://www.cultorweb.com/Arch_JPN/AJ.html

The Joinery - Account Twitter che progetta incastri: https://twitter.com/TheJoinery_jp?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E748486468767612928%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Farchitizer.com%2Fblog%2Finspiration%2Findustry%2Fjapanese-art-of-wood-joinery%2F

 

Immagini

A Japanese roof, autore Nora Sanna (© Tutti i diritti riservati)

Schemi del moya e dell’hisashi, dalla rivista A Japanese Touch for Home

Schemi di incastro delle strutture portanti, dalla rivista A Japanese Touch for Home

 

Read more…

La scienza è alla perenne ricerca di nuovi legami materici per creare composti più performanti possibile, non solo nel settore dell’edilizia, ma in ogni ramo della tecnica. Si inventano nuove leghe, materiali e metodi di utilizzo, a volte anche solo per superare un limite invisibile che l’uomo progressivamente si pone.

E se invece dovessimo guardare al passato per migliorare la qualità costruttiva edilizia del nostro tempo?

Infatti, esistono ancora metodi tecnologici che mettono radici in tempi antichi ma stanno tornando in essere per migliorare le prestazioni energetiche e diminuire le emissioni di CO2.

La prima buona pratica è quella di utilizzare le risorse naturali presenti nel territorio per la produzione di materiali da costruzione. Terra, argilla, fibre grezze, vegetali come coloranti naturali, sono la nuova (o vecchia?) frontiera della bioarchitettura. Oltre alla facilità di reperimento ed estrazione, è rilevante anche l’abbattimento delle emissioni legate al trasporto e la accessibilità all’apprendimento del sistema produttivo, semplice e per cui non sono necessarie competenze specifiche. L’attenzione è ormai spostata su ciò che può fornirci la terra; perfino le fibre del latte, ottenute dagli scarti dell’industria casearia, possono essere convertite in mattoni dall’elevato potere isolante e traspirante.

10673248856?profile=RESIZE_710x

Nella storia del mondo, trasversale a tutte le culture prevalentemente mediterranee, c’è sicuramente quello della terra cruda (ne ha parlato una nostra utente qui), la cui più vecchia testimonianza a noi rimasta risale a un’abitazione a Gerico del 8000 a.C.  In Sardegna, ad esempio, ci sono i ladiri. Questi sono stati soppiantati dal cemento solo negli anni Settanta del Novecento, ma di recente sono tornati in auge anche grazie alle iniziative di diversi enti locali interessati a tutelare il patrimonio storico-architettonico. Questa tecnica prevede la formazione di mattoni con un impasto di terra, acqua e paglia, successivamente posto in uno stampo e messo ad essiccare all’aria aperta sino a completa asciugatura. Il composto ha delle notevoli caratteristiche chimico fisiche: è isolante, traspirante e con un coefficiente di resistenza elevato, inoltre, regola naturalmente l’umidità e la temperatura dell’ambiente che circoscrive poiché ha massa doppia rispetto ai tradizionali mattoni in terracotta. Tuttavia, la terra cruda possiede una bassa resistenza agli agenti atmosferici, perciò richiede una protezione esterna con intonaco idoneo, oltre che da una resistenza meccanica non sempre adeguata. Nonostante la sua elevata diffusione, la normativa italiana non la considera come materiale costruttivo, anche se, di fatto, esiste sul territorio nazionale un ampissimo patrimonio storico.

La Sardegna è un territorio citato frequentemente, ma la terra cruda ha radici profonde anche in Africa, in Sud America e nel Sud-Est Asiatico, territori dai climi caldi con abbondanza di argilla e un profondo legame con l’ambiente locale. Uno dei più grandi esempi al mondo è sicuramente la Grande Moschea di Djenné nel Mali, dallo stile sudanese-saheliano con influssi islamici, la cui prima edificazione risale al XIII secolo. Un esempio moderno invece, che può richiamare la precedente per forme, è la Casa de la Mujer a Rabouni in Algeria, luogo in cui vivono i rifugiati Saharawi. Realizzato nel 2007, sposa la funzione ci centro culturale con finalità umanitarie per le donne Saharawi, che qui hanno la possibilità di svolgere attività indirizzate all’impiego nel settore tecnologico e informatico.

10673252856?profile=RESIZE_710x

Il secondo punto, strettamente collegato al primo per certi aspetti, e collegabile ai principi della casa passiva. Ma di cosa si parla? In bioedilizia, la casa passiva è un edificio che copre la maggior parte del suo fabbisogno di energia per riscaldamento e raffrescamento ambientale interno ricorrendo a dispositivi passivi, come ad esempio sfruttando la conformazione e le finiture dell’edificio. Una casa passiva funziona grazie alla sinergia di tre elementi ben definiti: l’utilizzo di impianti di ventilazione e circolazione di aria, infissi termici e coibentazione delle pareti.

La pratica dell’autoregolazione termica degli edifici ha fondamenti antichi risalenti al X secolo a.C.: tramite corti interne, torri del vento e spessore murario elevato si possono mitigare le alte temperature e migliorare la qualità abitativa degli spazi interni. Le torri del vento, ad esempio, sono delle costruzioni di origine mediorientale. Sono costituite da un parallelo di elevata altezza, suddiviso in sezioni verticali, che favorisce uno scambio termico convettivo continuo, sfruttando la differenza di temperatura e conseguentemente di pressione tra interno ed esterno; è costituita solitamente da due condotti collegati a due diverse aperture in sommità, una sottovento ed una sopravento, così da favorire il ricambio di aria, in quanto una parte dell’aria fresca discendente, risucchiata alla base dal condotto sottovento, attira l’aria calda interna. Ad oggi moltissime architetture moderne sfruttano i medesimi principi quando si tratta di composizione degli spazi, posizionando le bucature su differenti piani altimetrici, in modo da sfruttare sia le correnti d’aria che la posizione del sole durante il giorno.

10673316082?profile=RESIZE_710x

Queste sono alcune delle buone partiche che ogni tecnico dovrebbe tenere conto nella fase progettuale, a prescindere dalla tipologia edilizia e dal fine dell’opera.

E voi? Avete altri esempi di buone pratiche ecosostenibili?

 

Fonti

Tiscali Onlife - Milk Brick, ecco i mattoni realizzati con il latte made in Sardegna: https://ambiente.tiscali.it/lemeraviglie/articoli/milk-brick-mattoni-latte-sardegna/ 

Architettura Ecosostenibile.it - I ladiri: la tradizione sarda della terra cruda https://www.architetturaecosostenibile.it/materiali/laterizi-terra-cruda/ladiri-tradizione-terra-cruda-471

Khan Academy. Great Mosque of Djenné. https://www.khanacademy.org/humanities/ap-art-history/africa-apah/west-africa-apah/a/great-mosque-of-djenne

Architettura Ecosostenibile.it - Casa de la Mujer: saperi antichi e tecnologia moderna uniti a scopo umanitario https://www.architetturaecosostenibile.it/materiali/laterizi-terra-cruda/casa-mujer-saperi-antichi-tecnologia-639

I manuali di recupero dei Centri Storici della Sardegna. Il Manuale tematico terra cruda. Tomo I / Volume 2, Regione Autonoma della Sardegna a cura di M. Achenza e U. Sanna, I.TA.C.A. , 2009 https://www.sardegnaterritorio.it/documenti/6_288_20121227102719.pdf

VIVI Energia – Casa Passiva https://www.vivienergia.it/casa/vivipedia/consigli-di-risparmio/casa-passiva

Architettura Ecosostenibile.it - Torri del vento: i sistemi di raffrescamento più sofisticati risalgono al X secolo a.C.  https://www.architetturaecosostenibile.it/architettura/criteri-progettuali/torri-vento-sistemi-raffrescamento-833

 

Immagini

Un muro in ladiri, autore: Paolo Marchi (fonte: Architettura Ecosostenibile - https://www.architetturaecosostenibile.it/materiali/laterizi-terra-cruda/ladiri-tradizione-terra-cruda-471)

Restauro annuale della Grande Moschea di Djenné, autore: Michele Cattani / Afp (fonte: Africa Rivista - https://www.africarivista.it/mali-restauro-annuale-della-grande-moschea-di-djenne/197852/)

Torri del vento in Iran, autore: Brud (fonte: https://www.flickr.com/photos/brudly/)

Read more…