Consumo di suolo in Italia: il rapporto del 2018
 
Qualche giorno fa l’ISPRA ha presentato alla Camera l’edizione 2018 del rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”. I dati raccolti sono preoccupanti.
 
Nel 2017 la superficie naturale italiana si è ridotta di 52 chilometri quadrati: è quanto emerso dall’edizione 2018 del rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, presentato dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e dal SNPA (Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente) alla Camera il 17 luglio.
 
In Italia ogni secondo due metri quadrati di superficie naturale scompaiono sotto uno strato di cemento o di asfalto. Suona preoccupante? No? Proviamo allora a metterla in altri termini: in Italia ogni due ore una superficie naturale pari a quella di piazza Navona scompare sotto uno strato di cemento o di asfalto.
 
Una piazza ogni due ore. Non è poco. Ma le brutte notizie non finiscono qui: il consumo di suolo infatti riguarda sia aree protette che aree a rischio idrogeologico. Un quarto dei cantieri si trova in aree soggette a vincoli paesaggistici, mentre il 6% delle trasformazioni dell’anno scorso si sono svolte in aree a pericolosità di frana e a pericolosità idraulica. Una crescita che costa più di due miliardi di euro ogni anno e danneggia la capacità di stoccaggio del carbonio, la produzione agricola e i servizi ecosistemici del nostro Paese.
 
«Il consumo di suolo è una malattia che debilita l’Italia» ha commentato la presidente del WWF Italia Donatella Bianchi. «Dopo aver cancellato buona parte della fascia costiera e reso irriconoscibili le aree interne, si sta ora propagando alle aree più pregiate del Paese.»
 
 
 
 
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