Architettura di una sconfitta: Perdere un concorso di architettura fa male, ma può essere molto istruttivo. L’esperienza di Martino Pietropoli.
A nessuno piace fallire. A nessuno. Ma di tanto in tanto succede.
 
Martino Pietropoli – architetto, fotografo e illustratore – nel 2016 decise di partecipare al concorso di architettura “Plan B – The city above the city”, indetto da un produttore finlandese di componenti edilizie per costruzioni in legno. Il tema era la costruzione di nuovi volumi in legno sopra volumi esistenti di città reali.
 
Pietropoli non ha vinto il concorso ma, come racconta nel resoconto della sua esperienza, non si è depresso. Perché? La ragione è semplice: ogni fallimento, per quanto doloroso, è un’opportunità inestimabile per imparare qualcosa di nuovo su di sé e sugli altri.
 
Ecco le cinque cose che Pietropoli ha imparato, e che ora consiglia ai suoi lettori:
  • Verifica sempre le fonti: non dare niente per scontato, gli errori sono sempre dietro l’angolo.
  • Non sprecare tempo producendo materiale che non ti servirà nella stesura finale: in un concorso il tempo è una delle risorse più preziose.
  • Valuta l’importanza che viene data a diversi aspetti del progetto: non pensare di dover fare tutto, individua gli aspetti su cui fare leva.
  • Focalizzati solo sulle cose importanti: non sprecare tempo a piangerti addosso o dandoti dell’idiota.
  • Racconta la tua idea come se stessi vendendo un prodotto: hai una sola possibilità per impressionare la giuria, sfrutta il poco tempo a dispozione nel miglior modo possibile.
Pietropoli ha perso il concorso, ma questo non significa che non vada fiero del proprio tentativo. Può aver commesso degli errori, ma è stato rapido e non ha avuto paura di sperimentare. Insomma, per lui il bicchiere è mezzo pieno.
 
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