La quarta rivoluzione industriale nasce dalla ricerca di spazio applicativo delle innovazioni digitali all'interno di processi operative delle aziende industriali. L’espressione è stata usata per la prima volta nel 2011 alla fiera di Hannover ed è stata legittimata definitivamente dal report pubblicato nel 2013 dal gruppo di lavoro da Stegfried Dais, Robert Bosch e Henning Kagerman, sempre ad Hannover. A differenza delle precedenti rivoluzioni industriali, non è possibile a oggi definire una data di inizio precisa, per cui è verosimile pensare che ancora si sia in una fase di partenza nel processo di innovazione della filiera industriale.

Come agisce questo benevolo stravolgimento sul mondo del lavoro?
Secondo la ricerca presentata al World Economic Forum dal titolo “The future of the jobs”, nei prossimi anni, diversi fattori tecnologici influenzeranno profondamente l’evoluzione del lavoro. Ne sono la prova il Cloud computing e la flessibilizzazione del lavoro che da tempo hanno cambiato il volto della gestione aziendale e continueranno a farlo nel breve periodo.
L’effetto sarà la creazione di 2 milioni di nuovi posti di lavoro ma la contemporanea sparizione di 7 milioni, con un saldo negativo evidente di 5 milioni di posti, prevalentemente nelle aree amministrative e produttive. L’Italia pareggia il bilancio in questa statistica, con 200000 impieghi creati e altrettanti cancellati, ben al di sotto di Francia e Germania.
La stessa ricerca evidenzia, però, che ci saranno delle aree lavorative che compenseranno questa tendenza: l’area finanziaria, il management, l’informatica e l’ingegneriaQuesto è, ovviamente, il punto sul quale desideriamo porre l’accento: la necessità di attuare iniziative sistematiche veramente utili per lo sviluppo di tecniche di produzione come lo smart manifacturing e fornire ai lavoratori le competenze digitali per espletare le mansioni del futuro.
L’architettura e l’ingegneria si trovano oggi a fronteggiare un futuro sempre più presente con la gravosa aspettativa di essere un pilastro di sostegno per il mondo del lavoro. È necessario, però, non vedere questo “futuro” come un traguardo distante che interesserà chi verrà dopo di noi, ma come un presente imminente, un cambiamento costante e repentino che già balena nelle nostre vite oggi stesso.

Il progettista ha, quindi, il compito già nell'immediato di dare una scossa alla condizione attuale, preparando sé stesso e il mondo di cui fa parte all’upgrade che il mondo della progettazione richiede necessariamente. Gli studi già citati hanno dimostrato che le soft-skill più richieste, unitamente al sempre presente problem solving, saranno il pensiero critico e la creatività.
In quest’ottica si rende indispensabile una riflessione su quale sia il ruolo del progettista e il proprio atteggiamento nei confronti del livello qualitativo atteso dal proprio lavoro. In epoca contemporanea, il professionista deve necessariamente avviare un radicale cambio di mentalità finalizzato ad affinare la capacità critica nei confronti del proprio lavoro. Per essere competitivi in un’epoca dove il network è uno degli strumenti centrali e con più potenzialità è necessario adottare una forma mentis propensa al confronto costruttivo e alla collaborazione, finalizzata al raggiungimento del miglior risultato possibile grazie al contributo dell’intelligenza collettiva. Questo rappresenta un dovere etico e morale, nell'ottica di mettere in primo piano la qualità del l’opera in sé piuttosto che un lavoro prettamente autoreferenziale, tenendo presente le osservazioni degli utenti finali e di diversi professionisti.

La concezione che “il mio lavoro non termina con il mio lavoro” dovrebbe rappresentare il nuovo standard di approccio alla progettazione.
Il miglior prodotto ottenuto dal mio team di progetto, per quanto valido, sarà sempre limitato e rappresenterà solo il punto di partenza di un percorso che attraverso il networking e la collaborazione porterà il mio progetto ad essere corretto, rivisto e perfezionato fino a raggiungere un risultato il più vicino possibile alla perfezione.

Partendo da queste premesse e focalizzandoci su quello che è il ruolo del progettista nello scenario descritto, il nostro obiettivo è quello di trovare, riunire e fornire uno strumento di condivisione e confronto destinato a tutti quegli specialisti del mondo delle professioni tecniche che si riconoscono in questo tipo di mentalità creativa e cooperativa.

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